Era la tarda sera del 18 agosto 2009, quando in un letto della clinica milanese “Don Leone Porta” muore Fernanda Pivano. A 92 anni, se ne andava una delle più importanti traduttrici, scrittrici, critiche e giornaliste italiane, una figura fondamentale della scena culturale di questo Paese. Nata Genova nel 1917, ma con studi completati a Liceo classico D’Azeglio di Torino, era stata lei, prima di tutti, a intuire l’importanza dei grandi classici della letteratura americana: aveva iniziato nel 1943, sotto la guida di Cesare Pavese, traducendo la celebre “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, e da lì non si era più fermata, svelando i capolavori di Faulkner, Hemingway, Francis Scott Fitzgerald e Gertrude Stein. Ma è negli anni del dissenso americano che Fernanda si trasforma in una talent scout di successo, traducendo in italiano i testi di William Burroughs, Jack Kerouac e Lawrence Ferlinghetti, gli autori della “Beat Generation”.