La notte del 31 agosto 1997, il mondo è sotto shock: alle 00:23, la Mercedes S280 condotta a tutta velocità da Henri Paul, autista dell’Hotel “Ritz” di Parigi, con a bordo Lady Diana Spencer e il miliardario Dodi Al-Fayed, si schianta contro il tredicesimo pilone del tunnel di Place de l’Alma, a Parigi. Secondo le ricostruzioni, l’auto era in fuga dai paparazzi che tenevano sotto costante pressione Diana e Dodi, giunti a Parigi da poche ore su un jet privato dopo dieci giorni trascorsi su uno yacht in Sardegna. Mentre per l’autista e Al-Fayed non c’è più nulla da fare e la guardia del corpo Trevor Rees-Jones è grave ma riuscirà a salvarsi, Diana viene trasportata d’urgenza all’ospedale Pitié-Salpêtrière dove i medici tentano l’impossibile per salvarla, arrendendosi soltanto alle 4 del mattino, quando viene comunicato il decesso. È la fine della favola della principessa triste che piaceva al popolo, uno psicodramma che schianta di dolore il mondo intero, e anche l’inizio di una lunga teoria di inchieste giudiziarie e giornalistiche che raccontano di complotti vari. Diana riposa da allora nella proprietà della famiglia Spencer, ad Althorp, nel Northamptonshire, al centro del “Round Oval”, un piccolo laghetto immerso nel verde.