L’11 marzo del 1977, Roman Polanski viene arrestato a Beverly Hills con l’accusa di aver violentato la 13enne Samantha Geimer nell’appartamento di Jack Nicholson. Libero su cauzione, il regista deve presentarsi una settimana dopo in tribunale a Los Angeles per rispondere di stupro, sodomia, pedofilia e somministrazione di farmaci e droghe a minore. Rischia fino a 50 anni di carcere. Nell’agosto dello stesso anno Polanski si dichiara colpevole e il dicembre successivo viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico per tre mesi, ma dopo 42 giorni viene rilasciato. Consapevole dei rischi che corre, nel febbraio del 1978 riesce a fuggire in Francia: da allora non ha mai più messo piede in America, dove rischia tutt’ora l’arresto. Nel novembre del 2019 un’altra donna, Valentine Monnier, ha accusato Polanski di averla violentata nel suo chalet di Gstaad quando era poco più che maggiorenne, ma dopo 44 anni il reato è caduto in prescrizione, e il regista evita la galera ancora una volta.