Ad Amy Jandrisevits, un’assistente sociale del Wisconsin, l’idea era venuta lavorando con i bambini malati, a cui tentava di fornire supporto morale durante i cicli di cure. Ma si era accorta ben presto che i suoi piccoli pazienti si sentivano diversi e sfortunati perché la realtà intorno a loro non si conformava mai ai loro problemi. Nascono così, come semplice esperimento nel tinello di casa, i primi esemplari delle “A Doll Like Me”, delle bambole che hanno gli stessi e identici problemi dei bambini a cui sono indirizzate. Oggi, anni dopo, la galleria delle bambole ha ormai 300 modelli differenti: tutte con gli stessi nei, le stesse cicatrici, le protesi, le macchie e i problemi dei bimbi per cui sono realizzate a mano, una ad una. Le bambole sono in vendita a circa 80 dollari ciascuna, ma visto che non tutte le famiglie possono permettersele, Amy ha anche creato una campagna crowdfunding perché tutti i bimbi che lo desiderano possano avere una bambola uguale a loro.