Fu il suo manager, il 12 maggio del 1995, a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine: da due giorni non riusciva più a mettersi in contatto con Mia Martini. Mimì, come la chiamavano gli amici, fu trovata nel letto del suo appartamento in via Liguria 2, a Cardano al Campo, in provincia di Varese, dove viveva da poco più di un mese. Il corpo era sul letto, in pigiama, con le cuffie nelle orecchie e un braccio in direzione del telefono. L’autopsia indicherà come causa della morte un arresto cardiaco da overdose di droga, presumibilmente cocaina. Ma i motivi, se sia stato suicidio o incidente, restano tutt’oggi un mistero, che comunque non ha scalfito l’amore del pubblico per Mimì. La sua è stata una delle voci più belle e intense della musica leggera italiana, e negli ultimi anni fu letteralmente perseguitata da una maldicenza che le aveva rovinato la carriera fin quasi a costringerla al ritiro. Mimì era una persona fragile che in vita sua aveva sofferto molto, dall’infanzia difficile agli amori sfortunati a cui aveva dedicato “Gli uomini non cambiano”, uno dei suoi brani più intensi. Aveva 47 anni.