Il 28 aprile 2004, “CBS News” svela per la prima volta al mondo le agghiaccianti immagini delle violenze e le violazioni dei diritti umani commesse da militari americani sui detenuti di “Abu Ghraib”, il principale carcere di Baghdad. A nulla vale il tentativo dell’amministrazione Bush di dipingere gli incidenti come episodi isolati: le immagini di torture, stupri, abusi fisici e sessuali fanno il giro del mondo scatenando un polverone mediatico che travolge letteralmente la Casa Bianca e il Pentagono. L’inchiesta di organizzazioni umanitarie come la Croce Rossa, Amnesty International e Human Rights Watch riuscì a provare che il piano di trattamenti brutali, prassi comune anche nei centri di detenzione in Afghanistan e a Guantanamo, erano stati autorizzati dalle alte sfere militari americane, probabilmente dal segretario alla difesa Donald Rumsfeld in persona. Ma nessuno riuscì mai a provarlo.