Era il 20 aprile del 2010, quando la “Deepwater Horizon”, una piattaforma petrolifera di perforazione di proprietà della “Transocean” noleggiata dalla “British Petroleum”, stava completando i lavori inforno ad un pozzo petrolifero a 400 metri di profondità, nelle acque al largo della Louisiana. All’improvviso, una violenta esplosione innesca un violento incendio che uccide sul colpo 11 tecnici. L’incidente, il più grave disastro ambientale nella storia americana, causa un’enorme fuoriuscita di petrolio nelle acque del Golfo del Messico che malgrado gli immensi sforzi, terminerà solo 106 giorni dopo, il 4 agosto. A due anni di distanza dal disastro, la compagnia BP ha raggiunto un accordo con il Dipartimento della Giustizia americana per una penale risarcitoria da 4,5 miliardi di dollari, dichiarandosi colpevole degli 11 capi d’accusa.