Mario Magnotta non era un attore, neanche un volto noto della televisione e manco l’amante segreto di qualche soubrette. Era un semplice bidello dell’istituto tecnico commerciale “Luigi Rendina” de L’Aquila, che deve il suo quarto d’ora di celebrità ai diabolici scherzi telefonici di alcuni ex allievi dell’istituto. Separato dalla moglie, aveva confidato a qualcuno di aver chiesto al negozio di avere per sé la lavatrice acquistata poco prima della separazione: a turno, i ragazzi iniziano a chiamarlo fingendosi intermediari del negozio, fino a convincerlo che per contratto avrebbe dovuto acquistare nuovi elettrodomestici ogni due anni. Il 16 settembre 1987, l’ultima telefonata della vicenda viene registrata e diventa patrimonio dell’Italia intera: Mario Magnotta si esibisce in una serie infinita di bestemmie e improperi in dialetto aquilano. Il nastro della registrazione iniziò a circolare fino a trasformare il povero Mario nella vittima prediletta degli scherzi di tutt’Italia. Lo stesso Magnotta, “il bidello più celebre d’Italia”, raccontò la sua vicenda ai microfoni di Maurizio Costanzo, diventando poco dopo un opinionista richiestissimo dai salotti televisivi per la sua simpatica verve. Morì all’ospedale San Salvatore de L’Aquila la notte fra il 4 ed il 5 gennaio 2009 per un’embolia polmonare.