Alla mezzanotte e un minuto del 20 settembre 1958, ben 560 case di tolleranza sparse in tutt’Italia sono costrette a chiudere per sempre. Quella notte entra in vigore la legge voluta dalla caparbia senatrice Lina Merlin, che abolisce la regolamentazione della prostituzione e introduce i reati di sfruttamento e favoreggiamento. Malgrado l’argomento assai scabroso, una legge che ha il potere di dividere letteralmente in due l’Italia, scatenando all’indirizzo della senatrice minacce di morte e intimidazioni che la costringeranno alla semi-clandestinità. La legge, emanata in modo assai illusorio per eliminare il fenomeno della prostituzione, ha solo cambiato la forma e non la sostanza, traslocando prostitute e clienti dagli appartamenti alle strade.