Alle 17:56 del 23 maggio 1992, sull’autostrada A29 che collega Palermo con l’aeroporto di Punta Raisi, si scrive una delle pagine più buie della storia italiana: le tre auto che trasportano il giudice Giovanni Falcone saltano in aria nei pressi dello svincolo di Capaci. Oltre al magistrato, nemico giurato di Cosa Nostra, muoiono la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Altre 23 persone sono ferite. Dopo due processi e un’indagine per scoprire i “mandanti occulti”, i tribunali condannano 13 persone legate alle cosche palermitane, fra cui Giovanni Brusca e Gioacchino La Barbera. Il 19 luglio, meno di due mesi dopo, un’autobomba esplode in via D’Amelio, a Palermo, uccidendo anche il giudice Paolo Borsellino e altri cinque agenti di scorta.