Quella relativa alla morte presunta di Paul McCartney è una delle primissime e più celebri teorie del complotto nella storia del rock. È una leggenda metropolitana che prosegue ancora oggi, secondo cui il bassista dei Beatles sarebbe morto la notte del 9 novembre 1963 per un incidente stradale dopo aver dato un passaggio ad una ragazza di nome Rita, morta insieme a lui nello schianto, e da quel momento sostituito da un sosia, l’attore William Stuart Campbell, su decisione degli altri tre componenti della band e del loro manager Brian Epstein. Nonostante le continue smentite, la notizia fa il giro del mondo e gli uffici dei Beatles sono tempestati di telefonate e lettere di fans che chiedono la verità, mentre le voci si alimentano di presunti messaggi in codice nascosti ad arte nelle canzoni dei Beatles. Il 24 aprile 1969, stanco di quella che sta diventando una persecuzione, Paul McCartney rilascia un’intervista in cui afferma: “Non c’è alcuna verità sulle voci secondo cui sarei morto. Se fossi morto, sarei l’ultimo a saperlo”.