Fra tutti i misteri irrisolti che costellano le nostre esistenze, uno possiamo mandarlo in archivio. Da 35 anni, le acque di Finisterra, città della Galizia il cui nome deriva dall’espressione “Finis Terrae”, restituivano pezzi di plastica gialli di cui non si capiva la provenienza. I maggiori esperti mondiali, chiamati lì, nel tempo si erano arresi uno dopo l’altro: nessuno che fosse in grado di spiegare perché l’oceano continuava a restituire plastica gialla colorate dalle forme strane. L’unica certezza, nel tempo, non ha fatto che accrescere il mistero: i pezzi di plastica appartengono tutti al telefono di Garfield, il personaggio dei fumetti creato nel 1978 e diventato anche due film live-action usciti nel 2004 e due anni dopo. Un gadget che andava fortissimo negli anni Ottanta, con il gatto a fare da base alla cornetta: roba da nostalgici o collezionisti.
Sul caso indagava da tempo “Ar Viltansoù”, un’associazione senza scopo di lucro che dal 2001 si occupa di tenere pulito quel tratto di litorale spagnolo. La svolta è arrivata qualche giorno fa, quando un pescatore della zona ha chiamato la sede dell’associazione per dire di avere la chiave del mistero: non si trattava di corpi di alieni in decomposizione o di vestigia di un’antica civiltà scomparsa, ma di un giocattolo. Negli anni Ottanta, quand’era un ragazzino, quell’uomo era stato fra i primi abitanti di Finisterra a ritrovare sulla spiaggia un “Garfield Phone” e insieme ad alcuni amici era riuscito perfino a individuare il tracco di scoglio sommerso da cui provenivano quei pezzi di plastica. L’uomo ha guidato con sicurezza il gruppo ecologista e alcuni sub verso l’anfratto, al cui interno è stato trovato un contanier perso da una nave di passaggio che conteneva centinaia di telefoni gialli.