È una guerra fra api regine, quella che infuria sulle prime pagine dei media americani: da una parte Melania Trump, la First Lady più triste della storia, dall’altra Anna Wintour, la potente e dispotica direttrice di “Vogue”.
La polemica è montata nel corso di un’intervista rilasciata dalla Wintour a Christiane Amanpour alla “CNN”, in cui le facevano notare che da quando Trump è diventato presidente, Vogue non abbia dedicato neanche una cover alla First Lady. Un trattamento ben diverso di quello riservato a Michelle Obama, che negli otto anni di presidenza di Barack era apparsa diverse volte, e perfino nei confronti di Hillary Clinton, anche lei immortalata quando era Segretario di Stato. Per Melania, al contrario, l’ultima copertina risale ai tempi del matrimonio con Donald, nel 2005, 14 anni fa.
“Nuclear Wintour”, com’è conosciuta nell’ambiente, con la consueta acidità elegante che la contraddistingue, ha evitato di citare Melania per nome, ma il riferimento è apparso molto chiaro a tutti: “Bisogna sostenere quello in cui si crede e assumere una posizione. Le donne di cui tracciamo un profilo nel magazine sono quelle che sosteniamo e riteniamo delle leader. Soprattutto dopo la sconfitta del segretario di stato Clinton nel 2016, pensiamo che le donne debbano avere una posizione di leadership e intendiamo sostenerle. Come abbiamo fatto con Michelle Obama e con la senatrice democratica candidata alla Casa Bianca Kamala Harris: donne che pensiamo siano icone in grado di ispirare tutte le donne del mondo”.
Piccata e quasi immediata la risposta dallo staff della First Lady, affidato alla sua portavoce Stephanie Grisham: “Essere sulla copertina di Vogue non descrive Melania Trump: ci è già stata tanto tempo fa. Il suo ruolo come First Lady e tutto quello che fa sono molto più importanti di una copertina. E questo atteggiamento è solo un’ulteriore prova di come l’industria dei magazine sia faziosa, così faziosa dimostra di essere Anna Wintour. Sfortunatamente Melania Trump è abituata a questo tipo di atteggiamento”.