H&M, al secolo Harry & Meghan, i reali transfughi dall’asfissiante Royal Family, non hanno mai nascosto l’odio verso l’invadenza dei tabloid inglesi, spietati e affamati di gossip soprattutto quando si parla dei membri della “Ditta”.
Meghan Markle, dopo la pubblicazione della lettera privata scritta a mano inviata al padre, ha deciso di non darla vinta passando al contrattacco. Ha trascinato in tribunale il “Mail on Sunday” accusando la testata e il suo direttore di “aver ucciso il rapporto con suo padre Thomas”, ma anche di un bullismo definito “feroce” nei suoi confronti. Supportata da 5 amiche, che in cambio dell’anonimato si sono dette disposte a testimoniare quanto stress abbiano causato gli scoop giornalistici, la duchessa del Sussex ha chiesto i danni alla “Associated Newspapers” per “abuso di informazioni private, violazione del copyright e violazione della protezione dei dati”.
Ma al momento, la causa non sembra sorridere alla moglie del principe Harry. Se lo scorso maggio il giudice dell’Alta Corte Britannica ha deciso di omettere alcune parti della richiesta risarcitoria di Meghan, comprese le accuse di aver “deliberatamente” fomentato gli attriti con il padre, adesso si aggiunge l’obbligo di accollarsi le spese legali sborsando 68mila sterline, più o meno 80mila euro.
Un altro passaggio cruciale della battaglia legale fra Meghan e la stampa inglese è atteso per agosto, quando un altro giudice dovrà esprimersi sulla richiesta fatta dalla Associated Newspapers di poter rendere pubblici i nomi delle cinque amiche che hanno testimoniato in favore della Duchessa. Un passaggio osteggiato con forza dagli avvocati della Markle, che ritengono la pubblicazione dei nomi “un prezzo inaccettabile da pagare” per le amiche.