Secondo l’opinione di tanti, ma è solo un’idea, Melania è la prima vittima di Trump, mentre in seconda posizione si piazzerebbero i 360milioni di americani. C’è una sensazione diffusa che una delle First Lady più belle di sempre non veda l’ora che il marito chiuda l’esperienza presidenziale per dargli il ben servito. Resiste imperterrita, come da buona americana, piegandosi in pieno alla ragion di Stato, ma anche questa è solo un’ipotesi, perché Melania è uno più segreti più insondabili della Casa Bianca.
Terza moglie di Trump dopo Ivana e Marla Maples, ha dato al marito il suo quinto figlio, Barron, assumendo il ruolo di una donna altera vicina ai 50 ma con un fisico così tonico e scolpito da fare invidia a tante ventenni. Poco propensa al gossip e attentissima alla privacy, Melania appare poco, ma quando lo fa lascia il segno, rimbalzando fra le prime pagine dei media di tutto il mondo. Secondo la leggenda si era opposta alla discesa in campo del marito, e a parte qualche altro milione di americani, la notte della vittoria di Donald aveva pianto, per la sensazione che le loro vite sarebbero cambiate in peggio.
Ma per tentare di placare le infinite curiosità che orbitano intorno alla figura di Melania Knavs, ex modella slovena diventata la 45esima First Lady americana, si è messa d’impegno la giornalista della CNN Kate Bennett, che dopo aver seguito per due anni interi ogni mossa e ogni uscita della signora Trump in carica ha dato alle stampe “Free, Melania: The Unauthorized Biography”, una biografia non autorizzata che potrebbe far innervosire i corridoi della White House. Anche per via di quella virgola malandrina del titolo, tra “Free” e “Melania”.
Secondo quanto svela il volume, anche se non è più un segreto da tempo, Melania e Donald non dividerebbero da anni la stessa stanza da letto, ma la curiosità è che i due alla Casa Bianca avrebbero scelto stanze private addirittura ad un piano di distanza: al secondo lui, nell’appartamento presidenziale, mentre lei al terzo, in quello che nel periodo degli Obama era occupato da Marian Robinson, la mamma di Michelle.
La proverbiale privacy che Melania ha imposto al suo staff è una regola talmente ferrea che il silenzio sui suoi problemi renali, seguiti da un ricovero prolungato, avevano scatenato le peggiori congetture e ipotesi di complotto. Ma osservandola con attenzione, secondo l’autrice del libro, Melania è un libro aperto: quando ha indosso un tailleur con pantalone significa che lei e Donald hanno litigato, deduzione che arriva dalla ben nota avversione del presidente verso le donne in pantaloni. Le preferisce in abiti fascianti e attillati, e comunque con la gonna. Trucco numero due, una giaccia, un cappotto o un giubbotto poggiato sulle spalle, per non permettere a Donald di prenderle la mano. Salvo poi passare a look decisamente più eccentrici, come la celebre giacca militare con la scritta “I really don’t care, do u?” (In realtà non me ne importa nulla, e a te?), scelta per la visita al confine con il Messico. Un messaggio che quella volta, secondo gli esperti, era indirizzato a Ivanka, la figlia tanto amata da Donald con cui lei ha rapporti gelidi e formali. A proposito di antipatie: non correrebbe buon sangue neanche con Karen, la moglie del vice presidente Mike Pence.
Ma guai a considerare Melania una bella bambolina o la moglie “trofeo” del presidente: il suo arrivo a Washington, città che odia molto cordialmente, ha sconvolto le due ali della Casa Bianca, con il licenziamento in tronco di buona parte del personale al servizio degli Obama.
La vita dell’impeccabile First Lady, che fra le attività benefiche aveva scelto la lotta al bullismo, poco premiata in popolarità, scorre fra la palestra privata della Casa Bianca dove ogni giorno pratica pilates seguita dai suoi personal trainer, e una “glam room” in cui trova parrucchiere, visagista, make-up artist e un’assistente che le consiglia il look più adatto agli impegni della giornata.