Becky Aldrige è un’investigatrice privata, la titolare della “Ariel Investigations”, e da anni indaga sulla misteriosa morte di Marilyn Monroe. Una vere ossessione che l’ha portata davanti ad una conclusione: nessun suicidio, la grande diva di Hollywood fu uccisa.
Per provarlo, le basterebbe aprire una misteriosa scatola custodita nella sezione delle collezioni speciali della biblioteca universitaria dell’UCLA, in California: sul sigillo è indicata la data in cui potrà essere aperta, il 2039. L’elenco generico del contenuto è pubblico, ma indica semplicemente che racchiude documenti e lettere. Becky l’ha scoperta per caso, nessuno sapeva dell’esistenza, ed è convinta che potrebbe contenere le risposte su come e perché la leggenda dello schermo è morta improvvisamente nel 1962.
La “scatola numero 39” apparteneva allo psichiatra personale di Marilyn, il dottor Ralph Greenson, colui che secondo le ricostruzioni ufficiali trovò la diva morta nel letto di casa sua, ma che secondo alcune teorie è sospettato di averla uccisa iniettandole una dose fatale di pentobarbitolo.
“Sono sicura al 100% che Marilyn non si sia suicidata: non è possibile se si considerano i fatti e gli indizi. Ma dopo tanto tempo, ci sono ancora troppe domande senza risposta che non dovrebbero più esserci. Quello di Marilyn Monroe, per cominciare, è l’unico cadavere sottoposto ad autopsia i cui organi, gli esami e i referti sono scomparsi. Com’è possibile tutto questo, a meno che non si tratti di una copertura? Quando ho scoperto la scatola numero 39, che contiene fascicoli del suo medico personale, mi sono fermamente convinta che le risposte a ciò che è realmente accaduto possano essere chiuse lì dentro”.
La morte di Marilyn Monroe, avvenuta domenica 5 agosto del 1962, è stata per lungo tempo fonte di speculazioni e teorie cospirative: alcuni suggeriscono che sia stata assassinata per i suoi presunti rapporti con i potenti fratelli Kennedy l’allora presidente John e suo fratello Bobby.
Una teoria, pubblicata in uno dei tanti libri dedicato al caso, suggerisce che il dottor Greenson abbia ucciso Marilyn con un’iniezione letale su ordine dei Kennedy, dopo che lei aveva minacciato di rendere pubbliche le loro storie.
Becky Aldrige si è imbattuta nella scatola sigillata dopo aver iniziato a fare ricerche sul conto del dottor Greenson, morto nel 1979, scoprendo che, mentre insegnava all’UCLA, aveva donato diverse scatole piene di documenti alla biblioteca universitaria. Aspettandosi di trovare ricerche psichiatriche e materiale medico accademico, Becky è rimasta molto colpita quando ha scoperto che gran parte dei documenti di Greenson erano legati a Marilyn. E il mistero è diventato ancora più fitto quando il personale della biblioteca le ha detto che non era permesso a nessuno vedere il contenuto di una scatola particolare, fino all’anno 2039, come richiesto dal dottor Greenson nelle sue ultime volontà.
“Ho passato ore a guardare tutto quello che mi era permesso: non potevo fare copie o scattare foto, così ho preso appunti. Ho scoperto che Greenson era ossessionato da Marilyn Monroe: aveva ogni libro, ogni rivista e ogni giornale su cui comparisse la diva. Ma ci sono anche tante lettere di persone che gli hanno scritto dopo la morte dell’attrice, suggerendogli il suicidio per non essere stato in grado di salvare Marilyn, o peggio ancora di averla uccisa. So che all’interno della scatola numero 39 c’è un documento scritto da Joan, la figlia di Greenson, in cui spiega i legami di suo padre con Marilyn Monroe e probabilmente ciò che è successo quella notte. Joan ha sempre affermato che suo padre ha ricevuto una telefonata dalla casa di Marilyn a mezzanotte, e non alle 3 del mattino, come detto più volte: il che avrebbe un senso, dato che i vicini dicono di aver visto un’ambulanza davanti al cancello alle 23:30. Ci sono anche lettere scritte e ricevute da Marilyn e alcune delle sue cartelle cliniche riservate. Quello che non riesco a capire è la scelta dell’anno, il 2039: forse perché per allora anche Joan Greenson sarà morta? Ho cercato di contattarla, ma non ho avuto risposta”.
Becky ha iniziato a indagare sulla morte di Marilyn diversi anni fa, e afferma di essere rimasta colpita dall’enorme numero di discrepanze che ha riscontrato nelle testimonianze, come della mancanza di una lettera d’addio, che secondo lei sarebbe stata nello stile della diva. “Marilyn Monroe aveva già tentato il suicidio, lo sappiamo tutti. Ma ogni volta aveva sempre lasciato qualche riga. Sul suo corpo non c’era traccia del vomito normalmente colpisce le vittime di overdose, in più aveva gli strani lividi sui fianchi. Un altro mistero mai chiarito è quello della sua governante, Eunice Murray, la quale ha affermato che quella sera era preoccupata perché Marilyn era ancora sveglia e la luce della sua camera da letto accesa. Perché mai avrebbe dovuto essere preoccupata? Marilyn era una donna adulta. Ma c’è di più: quando Marilyn Monroe si è trasferita nella residenza di Helena Drive, a Los Angeles, ha fatto mettere un tappeto spesso e così alto che rendeva impossibile dall’esterno veder filtrare la luce da sotto la porta. In più, Eunice quella notte ha chiamato lo psichiatra di Marilyn, il dottor Greenwood: ma perché chiamare lui, se sei così preoccupata, e non la polizia? Gli agenti hanno dichiarato di aver dovuto forzare la finestra di Marilyn, ma la governante aveva le chiavi di tutto, e i frammenti di vetro rotto sono stati stranamente ritrovati all’esterno e non all’interno, come dovrebbe essere per una legge fisica”.
Becky ha anche indagato sulle testimonianze dei vicini di Marilyn e ha cercato di rintracciare chiunque fosse ancora in vita o i loro discendenti: “I vicini dicono di aver visto un’ambulanza la sera prima della morte: qualcuno afferma anche di aver notato la presenza di Bob Kennedy. Ho parlato con la figlia di un vicino che ricorda un particolare insolito: la notte in cui Marilyn è morta il suo cane era in cortile e ha abbaiato per ore, mentre si sentivano un sacco di urla provenire dalla sua abitazione. Nessuno ha mai parlato con loro perché vivevano nella fila dietro casa di Marilyn”.
La teoria di Becky è che Marilyn sia stata uccisa dopo aver minacciato di rendere pubblica la sua relazione con i fratelli Kennedy e di rivelare anche informazioni sensibili che aveva appreso durante gli incontri: “Credo che Marilyn fosse ferita e arrabbiata, si era sentita usata dai fratelli Kennedy e li avesse minacciati. Chissà, magari non avevano alcuna intenzione di ucciderla, forse sono andati lì a prendere il suo diario, che non è mai stato ritrovato e rappresenta un altro dei misteri fitti di questa vicenda. Credo sia per questo che qualcuno ha coinvolto il dottor Greenson, perché a quanto pare quando è arrivata l’ambulanza, Marilyn Monroe era ancora viva e stavano tentando di portarla all’ospedale. Ma quando Greenson si è presentato sul posto ha fermato tutto: ‘Sono il suo medico, lasciatela qui’. Penso sia stato allora che le ha fatto l’iniezione mortale”.
Becky Aldrige sta tentando di far cambiare il certificato di morte di Marilyn da “probabile suicidio” a omicidio: “Credo sia quello che è successo, e sono sempre più convinta che Marilyn Monroe se lo meriti”.