Sembra sempre più il copione di un “legal-film” in piena regola, il processo contro Harvey Weinstein che si celebra in queste settimane a New York.
A sorpresa, fra i testimoni convocati dalla corte è spuntata Emanuela Postacchini, attrice e modella italiana nota agli appassionati per aver preso parte alle serie Netflix “The Alienist”, “The Last Ship” e “Who is America”. La sua deposizione è un altro mattone utile alla giuria per ricostruire nel modo più dettagliato possibile la figura dell’ex produttore hollywoodiano. La Postacchini, 29 anni, accusa Weinstein di averla ingannata: è stata attirata con una scusa nella sua stanza di un hotel, dove ha trovato anche Jessica Mann, sentendosi proporre sesso a tre. “Non avevo idea che avrei trovato un’altra donna in camera. Ci ha chiesto di fare qualcosa insieme: voleva dirigerci. Jessica Mann è andata nel panico: piangeva rannicchiata sul pavimento, ho tentato di rincuorarla”.
Aveva conosciuto Weinstein un anno prima a Venezia, e la Mann solo pochi giorni prima ad un party pre-Oscar a Los Angeles.
Quella della Mann, una delle donne per cui si celebra il processo, è la figura più emblematica: sottoposta al fuoco di fila delle domande di Donna Rotunno, la tostissima avvocata di Weinstein, è letteralmente crollata, finendo fra le lacrime in uno stato confusionale. La difesa a quel punto ha affondato il colpo dandole dell’opportunista, dopo averle ricordato di aver inviato delle email in cui definiva Weinstein “una sorta di padre”. Per ultimo, un altro colpo di scena rappresentato da un dettaglio non da poco: non aver mai e poi mai definito “violenza” i rapporti sessuali con lui, a parte quello per cui ha trascinato Weinstein in tribunale, avvenuto nel 2013 in un hotel di New York.
Emanuela Postacchini, marchigiana, ex concorrente di Miss Italia, a 17 anni si era trasferita a Milano per tentare la carriera da modella. Sei anni fa la scelta di volare al di là dell’Oceano, a Los Angeles, dove in diverse interviste ha dichiarato di vivere “il suo sogno americano”.