Pare che a Buckingham Palace, come nelle altre residenze reali in cui è sparsa la “Royal Family”, sia stata una pessima nottata. L’annuncio dell’arresto di Ghislaine Maxwell, la complice del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, alza la pressione intorno al nome di Andrea, terzogenito della regina finito in un angolo buio e silenzioso dopo le accuse di aver approfittato di una 17enne “prestata” da Epstein.
Nel corso di una conferenza stampa a New York in cui sono state descritte le fasi dell’arresto dell’ex socialite inglese, l’FBI ne ha approfittato per esortare ancora una volta il Duca di York a farsi avanti volontariamente, prima di finire in guai ancora più grossi con la giustizia americana. “Speriamo di accogliere il Principe Andrew in udienza, vorremmo avere il beneficio della sua dichiarazione - ha commentato il procuratore del distretto di New York Audrey Strauss - non ho ulteriori commenti da fare oltre a quello che ho appena detto, cioé che le nostre porte rimangono aperte, come abbiamo detto in precedenza, e saremo lieti di ascoltare le sue dichiarazioni”.
Secondo quanto riferito dalle autorità americane, Ghislaine Maxwell è stata arrestata alle 8:30 del mattino all’interno di una lussuosa e isolata residenza di Bedford, nel New Hampshire, pare acquistata mesi prima per oltre un miliardo di dollari attraverso intermediari a cui l’FBI sta tentando di dare un nome, anche per svelare la cortina di protezione su cui ha potuto contare la Maxwell nel corso della sua lunga latitanza.
I media inglesi e americani, appresa la notizia, continuano a chiedersi come abbia fatto l’ereditiera di un impero dell’editoria a ridursi al ruolo di procacciatrice di ragazzine per soddisfare le perversioni malate del suo ex fidanzato Jeffrey Epstein, il miliardario nato dal nulla che proprio lei avrebbe introdotto negli ambienti newyorkesi dove i dollari sono fiumi.
Nata a Maisons-Laffitte, Île-de-France, nel 1961, Ghislaine è l’ultima dei nove figli avuti da Robert Maxwell, magnate dell’editoria a capo del “Mirror Group”, morto in circostanze mai chiarite a bordo del suo yacht, il “Lady Ghislaine”, chiamato come la figlia prediletta. I debiti del padre, pari a 460 milioni di dollari di “buco” nei fondi pensione delle compagnie di proprietà della famiglia, avevano ridotto notevolmente le possibilità economiche dei Maxwell, lasciando soprattutto nella vita di Ghislaine il vuoto di una persona alquanto ingombrante come il padre Robert. Fu Jeffrey Epstein a riempirlo, diventando prima fidanzato e poi amico fraterno di quella che ha plasmato trasformandola nella sua più complice più fedele e fidata.
I compiti ufficiali di Ghislaine erano di occuparsi delle sontuose residenze di Epstein, garantendo personale per la manutenzione e soprattutto la presenza di massaggiatrici che dovevano essere belle, giovani e provenienti da famiglie povere, in cui qualche centinaio di dollari avrebbe fatto la differenza ma soprattutto garantito una cortina di silenzio. Ambedue, Epstein e la Maxwell, si sono sempre dichiarati innocenti ed estranei alle accuse mosse da decine di ex “ninfette”, in qualche modo capitanate da Virginia Roberts Giuffre, la schiava prediletta, quella che Jeffrey prestava agli amici più potenti come il principe Andrea, che avrebbe approfittato del gentile omaggio per almeno tre volte.
Secondo le testimonianze delle vittime era la Maxwell a individuarle, attirandole facilmente in un ambiente sfarzoso fatto di ville da sogno, viaggi e lussi: le assumeva come massaggiatrici anche se non avevano alcun titolo, poi fingeva di diventare amica alzando l’asticella ad ogni incontro. In tante affermano di essere state violentate da Epstein, ma spesso anche da lei.
E il Duca di York non è il solo a tremare: se dopo l’arresto i riflettori si sono accesi nuovamente sul suo nome, l’unico che manca ancora all’appello, sono tanti i potenti della Terra a cui in queste ore tremano i polsi. E che l’aria stia diventando infuocata lo dimostrano alcune avvisaglie, come l’ordine di un giudice distrettuale inviato ai legali della Roberts perché “distruggano i file che contengono i nomi dei soci di Epstein, perché ottenuti in modo improprio”. La sentenza è arrivata dopo la richiesta dell’avvocato Alan Dershowitz, uno dei più celebri legali americani, a sua volta accusato dalla Roberts di aver approfittato di lei, come ennesimo pacco dono del miliardario.
Secondo il giudice autore di una sentenza che farà molto discutere, i nomi sarebbero almeno un migliaio in oltre 2.000 pagine di documenti. Molti di questi, quando Epstein è stato arrestato si sono affrettati a prenderne le distanze, affermando di conoscerlo appena: è gente del calibro di Bill Gates, Bill Clinton, Donald Trump, Les Wexner (Victoria’s Secret), Reid Hoffman (Linkedin), Elon Musk (Tesla) e Mark Zuckerberg (Facebook), e poi ancora imprenditori, magnati dell’industria, attori, politici e musicisti.