A poche ore dall’inizio del processo penale che potrebbe aprirgli le porte della galera per i prossimi decenni, l’ex produttore Harvey Weinstein ha accettato di rispondere ad alcune domande della CNN. “Gli ultimi due anni sono stati estenuanti e mi hanno offerto una grande opportunità di riflettere: ora mi rendo conto che ero consumato dal lavoro, dalla mia azienda e dalla brama di successo. Questo mi ha portato a trascurare la mia famiglia e le relazioni interpersonali, facendo pagare un duro prezzo alle persone che mi circondavano. Sono in riabilitazione dall’ottobre del 2017, sto affrontando un programma diviso in 12 fasi e ho anche imparato l’arte della meditazione, rinunciando al mio bisogno di controllo”.
Dal momento degli scoop del “New York Times” e del “New Yorker” nell’ottobre 2017, più di 80 donne si sono fatte avanti accusando Weinstein di abusi sessuali che vanno dalle molestie allo stupro. Deve rispondere di aggressione sessuale predatoria, di stupro di primo grado e di un altro di terzo grado: nel primo caso è accusato di aver stuprato una donna in una stanza d’albergo di New York nel 2013, mentre una seconda lo accusa di averla obbligata al sesso orale con la forza nel suo appartamento di Manhattan nel 2006.
La schiera delle accusatrici di Weinstein sarà autorizzata a testimoniare durante il processo per poter dare alla giuria un quadro preciso del suo comportamento. Ma lui si è sempre dichiarato non colpevole e ha ripetutamente negato tutte le accuse di sesso non consensuale.
In una nota diffusa poco prima dell’inizio del processo, l’organizzazione “Time’s Up” non ha voluto parlare delle 25 donne che si sono fatte avanti, preferendo concentrarsi sul significato del processo: “È un passaggio fondamentale ed epocale per dimostrare ai predatori di tutto il mondo che da adesso in poi saranno chiamati a rispondere delle proprie azioni. Ci siamo rifiutate di essere messe a tacere e continueremo a parlare fino a quando lo stupratore seriale di Hollywood non sarà assicurato alla giustizia”.
Donna Rotunno, uno degli avvocati di Weinstein, assicura che l’ex produttore è stato “il primo ad ammettere di aver sbagliato”, ma non è un criminale: “Ha tradito sua moglie, è stato disonesto, è andato a letto con diverse donne e ha capito che sono state scelte di vita sbagliate: per quelle ha perso tutto. Nessuno sta cercando di affermare che è un santo e che non ha mai fatto niente di male, ma non credo che Harvey sia uno stupratore”.
“Ciò di cui si è convinta l’opinione pubblica è frutto delle ricostruzioni fatte dai media – riprende Weinstein - questo è ciò che per ora posso dire: il resto verrà fuori nel corso del processo. La meditazione e la concentrazione nel guardare dentro di me mi hanno aiutato a bilanciare le emozioni. Tutta questa faccenda è stata travolgente, ma sto lavorando ogni giorno per rimanere in equilibrio”.
Anche se Weinstein mantiene tutte le attenzioni sul processo penale che lo attende, ha anche ragionato su come potrebbe essere la sua vita quando tutto sarà finito: “Ho intenzione di concentrarmi sui miei figli, sulla mia salute e sul riposo”.
Il suo ex studio cinematografico, “The Weinstein Company”, che ha co-fondato nel 2005 con il fratello Bob, è ormai un ricordo lontano, non esiste più, ma lui crede ancora che ci sia la possibilità di ricostruirsi una carriera nell’industria cinematografica: “Ci vorrà un po’ di tempo e di lavoro, ma posso farcela. Sono un uomo diverso: passo la maggior parte del mio tempo libero a lavorare con il mio team legale, leggo libri di storia, politica e narrativa. Il mio obiettivo principale è quello di dimostrare la mia innocenza e riabilitare il mio nome”.