Neanche quando Jeffrey Epstein, il miliardario pedofilo morto suicida il 10 agosto dello scorso anno nella sua cella del “Correctional Center” di New York, l’avvocato Bradley Edwards poteva dire di aver portato a termine la “sua missione di vita”. Per 12 anni, incessantemente, ha scavato e indagato perché il riccone con la fissazione per le ragazzine finisse in galera, ma insieme a lui aveva anche un altro nome nel mirino: Ghislaine Maxwell, la donna accusata di essere la “maitresse” priva di scrupoli al servizio delle voglie perverse del miliardario.
Ereditiera britannica, figlia del magnate dell’editoria Robert Maxwell morto in circostanze misteriose sul suo yacht, Ghislaine è una “socialite” fra le più note, assidua frequentatrice del jet-set internazionale e amica di personaggi di spicco come Andrea, il duca di York, il secondogenito della regina Elisabetta finito al centro di accuse di pedofilia che gli sono costate molto care. “Una donna elegante e simpatica, con i capelli corti neri e tratti del viso accattivanti”, la descrive l’avvocato Edwards: aveva conosciuto Epstein nel lontano 1991, alla morte del padre, diventando prima fidanzata e subito dopo amica insostituibile di Jeffrey Epstein, che la vuole al suo fianco sempre. Il suo nome, subito dopo quello del finanziere, spicca sui fascicoli dell’FBI dopo la scoperta di numerose agende zeppe di numeri di telefono delle vittime minorenni di Epstein. Era lei a convocarle, spostarle, licenziarle e assumerle quasi sempre come massaggiatrici, e sempre lei a spiegare che il loro ruolo era quello di “schiave sessuali” del titolare: avrebbero goduto degli agi e dei lussi nelle tenute faraoniche sparse in tutto il mondo, ma non potevano permettersi di dire “no” a qualsiasi richiesta.
E pare che il suo ruolo non finisse qui. Lei stessa è stata accusata di violenza sessuale da Maria Farmer e sua sorella, due delle tante vittime di Epstein. Le ragazze sarebbero state invitate nella residenza in New Mexico e abusate: lei le massaggiava e cospargeva di olio su tutto il corpo mentre lui guardava compiaciuto, poco prima di unirsi all’orgia. Ma questa è solo uno dei tanti episodi riportati nei fascicoli dell’inchiesta.
L’avvocato, che nel frattempo ha accettato di rappresentare più di 20 vittime di Epstein, ha più volte tentato di mettersi in contatto con la Maxwell: ci era andato vicino nel 2010, quando attraverso i suoi legali sembrava che la donna fosse pronta a incontrarlo per raccontare la propria versione dei fatti. Ma a poche ore dall’appuntamento, Ghislaine Maxwell era svanita, secondo i suoi legali costretta a tornare in Europa per assistere la madre, gravemente malata. Da allora, nessuno sa più dove si trovi.
Dodici anni di caccia e indagini che Bradley Edwards ha deciso di raccontare in ogni dettaglio in “Relentless Pursuit”, un libro uscito negli Stati Uniti in questi giorni che a breve dovrebbe arrivare anche nel resto del mondo.