Secondo i media americani e inglesi, che seguono la vicenda dall’inizio, il caso del miliardario Jeffrey Epstein, arrestato per pedofilia e traffico sessuale, è potenzialmente molto più devastante di quello hollywoodiano che ha come capofila Harvey Weinstein.
Sul nome di Epstein, classe 1957, potente finanziere americano, pendono fino a 45 anni di carcere. Il problema è il resto, i nomi racchiusi nei 2000 file finiti negli atti della Corte d’Appello americana, pieni zeppi di nomi noti ed eccellenti che a vario titolo hanno approfittato del giovanissimo harem creato dal finanziere. Si parla senza specificare di politici, dirigenti, leader mondiali e nobili, categoria a cui è sfuggito qualche nome, decisamente eclatante come Andrew, il duca di York, secondogenito di Elisabetta, fratello di Carlo e zio di William e Harry, ottavo in linea di successione al trono.
Il detonatore del nuovo scandalo si chiama Virginia Roberts, 34enne che ha raccontato di essere stata reclutata a 16 anni da Ghislaine Maxwell, stretta collaboratrice di Epstein, come “schiava sessuale”, adibita al piacere del capo ma anche ad essere “prestata” a suoi amici potenti, come lei stessa ammette sia successo dietro pagamento di 15mila dollari con il nobile Andrea per almeno tre volte: la prima a Londra, la seconda nei Caraibi e la terza a New York. Non è che un episodio, perché a quanto si dice, nelle faraoniche residenze del magnate si aggiravano decine di adolescenti nude, pronte e allenate ad accontentare Jeffrey il generoso.
Ma non è finita, questo è solo l’inizio, perché la macchia d’olio dello scandalo ha ormai lambito le coste della politica americana, gettando nella bufera il segretario al lavoro Alexander Acosta, accusato di aver concesso ad Epstein un vantaggioso patteggiamento quando era procuratore in Florida, e di cui i Democratici chiedono la testa con insistenza. Tremano i vetri anche nelle residenze esclusive di altri amici eccellenti di Epstein come Bill Clinton, Kevin Spacey e Donald Trump. Dell’attuale presidente, “Bloomberg” è riuscito a scovare una dichiarazione affettuosa nei confronti di Epstein: “Lo conosco da anni, ragazzo fantastico. Si dice anche gli piacciano le belle donne tanto quanto me, e molte di loro sono giovani”. Ma anche Trump, messo al corrente delle abitudini borderline del finanziare, era stato costretto a farlo allontanare dal golf club di Mar-a-Lago. Riguardo a Clinton, sono stati contati almeno 26 voli sul “Lolita Express”, equivoco nome del Boeing 727 privato di Epstein su cui pare andassero in scena orge d’alta quota. In ambasce è finito anche Alan Dershowitz, ex avvocato di Epstein, che accusa la Roberts di essere una “bugiarda seriale” insieme a colleghi che la difendono, i legali Paul Cassel e Brad Edwards che Dershowitz spera di poter sbattere in galera insieme alla donna.
Il duca di York nega tutto, dall’inizio alla fine, anche se per i tabloid inglesi ha sempre avuto amicizie pericolose, ma tutti sono pronti a scommettere che non ha alcuna intenzione di testimoniare, neanche se chiamato dalla giustizia americana. Secca smentita a presa di distanza anche da Bill Clinton: l’ex presidente non sapeva nulla delle abitudini pedofile di Epstein, anche se non ha ancora spiegato per quale motivo preferiva gli aerei di Epstein a tutti quelli che aveva a disposizione.
E la vittima? Soltanto nel 2003, Virginia Roberts è riuscita a sottrarsi alla bolla di sesso e lusso in cui viveva: oggi vive in Australia ed è mamma di tre bambini.