Distratto da principi, politici e finanzieri, il mondo si era quasi scordato di Harvey Weinstein, l’ex produttore hollywoodiano titolare di un caso che ha scoperchiato vizi e svolazzi di Hollywood. L’ex boss della “Miramax” è ricomparso al tribunale di New York con un effetto scenico di prim’ordine: un deambulatore con cui si aiutava a camminare. I suoi avvocati hanno svelato il motivo: sono i postumi di un incidente stradale di cui è stato vittima lo scorso agosto, per cui dovrà subire un intervento alla schiena.
Ma la vera notizia del ritorno di Weinstein non è questa, quanto piuttosto il patteggiamento extra-giudiziale raggiunto con le presunte vittime che l’hanno denunciato per stupro e violenze assortite. Un affare da 25 milioni di dollari che, sorpresa, sembra avere proprio Harvey nel vincitore morale della faccenda: oltre a non essere costretto ad ammettere nulla in aula, Harvey non sborserà personalmente neanche un dollaro grazie alle coperture assicurative della “Weinstein Company”. Sono 6,2 milioni di dollari destinati a placare le ire di 18 vittime, fra attrici ed ex dipendenti, con un tetto massimo risarcitorio che non potrà superare il mezzo milione a testa. Altri 18,5 milioni sono invece destinati in parte a creare un fondo cassa per eventuali nuove accusatrici e ad una class-action portata avanti da altre donne, il cui risarcimento sarà stabilito da un incaricato del tribunale sulla base del tipo di violenza subita.
In realtà, i guai di Harvey non finiscono qui: il 6 gennaio prossimo dovrà ricomparire in aula per rispondere alle accuse di due donne che affermano di essere state violentate fra il 2006 ed il 2013, ma mentre la giustizia faceva il proprio corso, gli avvocati trattavano per monetizzare le accuse di decine e decine di donne, aspettando con calma che qualche caso cadesse in prescrizione.
In compenso, il giudice James Burke si è visto costretto ad aumentare la cauzione da uno a cinque milioni di dollari per violazione e uso improprio del braccialetto elettronico a cui è costretto mentre sconta la detenzione ai domiciliari.