Non ha fine l’orrore che circonda la vita dell’ex militare francese Nordhal Lelandais, 25 anni, in carcere dall’agosto 2017 per l’assassinio di Maelys De Arauyo, 9 anni, e del caporale dell’Esercito Arthur Noyer, 23 anni, ora formalmente accusato di abusi sessuali nei confronti di altre due bambine, una di 7 anni l’altra di 4.
Entrambe le vittime sono sue parenti ed erano ospiti della sua famiglia nella casa di Domessin, in Savoie. L’ultima aggressione precede di poco la morte di Maelys, uccisa nella notte del 27 agosto. La bimba è stata abusata mentre il mostro riprendeva la scena con il suo telefono, il video è stato ritrovato dalla Scientifica nella memoria, nonostante lui l’avesse cancellato. Non ci sono dubbi sull’identità di Lelandais come autore della violenza, hanno detto gli investigatori. Lui ha risposto per 45 minuti alle domande dei magistrati poi è stato riportato in cella. L’avvocato che tutela la famiglia della vittima ha detto che genitori “sono rimasti sconvolti” da quello che è stato scoperto e ora c’è l’atroce dubbio che possa aver commesso, sempre con le stesse bimbe, altri gravi episodi di violenza. Entrambe le piccole sono state visitate da medici e seguite da psicologici, per accertare le conseguenze subite dalle attenzioni del maniaco pluri-omicida che approfittava della fiducia che avevano in lui i genitori, tanto da affidargliele durante le vacanze. Ne è esclusa la possibilità, ora al centro delle indagini, che possa avere abusato anche di altri bambini al di fuori della cerchia familiare. Sarebbe interessante sapere oggi quale è la posizione del fratello Sven che, nonostante i due delitti, lo aveva difeso ritenendolo vittima di “sfortunati incidenti”. Solo una sorella dell’assassino ha scritto una lettera ai genitori di Maelys per dissociarsi completamente dal fratello, mentre padre e madre si sono chiusi nel silenzio.
Infine restano aperti ancora 11 fascicoli relativi a persone scomparse nel periodo in cui Lelandais aveva già lasciato l’Esercito, dove prestava servizio nelle unità cinofile in qualità di addestratore. Una speciale unità investigativa della Gendarmerie, denominata "Ariane", sta incrociando tutti i dati disponibili, spostamenti, resoconti di carte di credito, analisi del traffico telefonico e testimonianze che possano in qualche modo collegarlo alle persone scomparse. L’ex militare, che denunciava uno stato depressivo con propositi di togliersi la vita, aveva trascorso cinque mesi in un istituto psichiatrico per detenuti a Lione. Recentemente è tornato in cella, in completo isolamento, del carcere di Saint Quentin de Fallavier, dove è tuttora recluso, sorvegliato da videocamere e agenti 24 ore su 24.