Si torna a parlare dei due Marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri della Marina accusati dell’omicidio di due pescatori avvenuto nel 2012 al largo delle coste del Kerala, mentre erano imbarcati come nuclei militari di protezione della nave commerciale “Enrica Lexie”.
Per i due fucilieri della Marina è il giorno dell’udienza conclusiva davanti al Tribunale arbitrale internazionale de l’Aia, che entro il 20 luglio dovrà decidere quale paese ha diritto di indagare e nel caso processare i due militari italiani: la sentenza è attesa entro sei mesi.
L’Italia rivendica la giurisdizione del caso anche attraverso le parole dell’ambasciatore Francesco Azzarello, che ha ricordato gli “ingiustificabili rinvii al processo della giustizia indiana”, oltre al fatto che per l’India Latorre e Girone, “due funzionari dello Stato Italiano impegni nell’esercizio delle loro funzioni, per l’India erano considerati colpevoli di omicidio ancora prima che fossero formulate le accuse. Da non dimenticare anche le considerazioni umanitarie: al termine dell’arbitrato, i due fucilieri italiani saranno stati privati della loro libertà per otto lunghi anni senza alcuna imputazione”. Immediata la replica di G. Balasubramanian, rappresentante di Delhi: “L’Italia sostiene di avere la giurisdizione esclusiva, ma bisogna ricordare che l’India, i due pescatori e le loro famiglie sono le vere vittime di questo caso”.
L’augurio che la sentenza del tribunale olandese “risolva definitivamente la disputa”, è arrivata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ha voluto ricordare: “Salvatore e Massimiliano, non siete soli, né voi né le vostre famiglie”.