Riccardo Bossi, classe 1979, primogenito di Umberto, fondatore della “Lega Nord”, ci è ricascato. Tre anni fa, il tribunale di Milano l’aveva condannato a un anno e otto mesi di carcere per appropriazione indebita aggravata: aveva prelevato 158mila euro dalle casse del Carroccio per spese personali. Su di lui pendevano già alcune denunce di commercianti per truffa, una risalente al dicembre dello scorso anno, quando in una gioielleria di Busto Arsizio aveva acquistato gioielli e orologi preziosi mai pagati.
Ma Riccardo ci è ricascato: il primogenito di Umberto, oggi quarantenne, è stato denunciato dall’Antico Beccaria, un ristorante di Firenze, dove il figlio del “Senatur” aveva cenato in compagnia di un’amica. Al momento di pagare il conto, per un totale di 70 euro circa, Riccardo Bossi ha affermato di dover prelevare al bancomat più vicino, e in realtà si sarebbe dileguato.
Il proprietario del locale, che si era appuntato il numero di cellulare dal quale era arrivata la prenotazione, e senza aver riconosciuto il figlio di Bossi, ha avvisato la polizia, che è riuscita a rintracciare il giovane in un residence a poca distanza dal ristorante. Riccardo Bossi è stato identificato e messo al corrente del rischio di una denuncia che, puntuale, è arrivata qualche giorno dopo, accompagnata dall’accusa di insolvenza fraudolenta. Non è escluso che sul suo conto scatti un’altra denuncia, questa volta del residence in cui soggiornava, a cui secondo il quotidiano “La Nazione” che ha svelato l’episodio, non ha saldato il conto dopo aver versato 100 euro all’atto della prenotazione.
Il ristoratore ha precisato di aver voluto andare a fondo con la denuncia per una questione di principio, e per mettere in guardia i colleghi “da questo signore”.