Nello scontro in atto sulla TAV tra Salvini e Di Maio c'è molto di più dell'opera in sé. L'Alta velocità è ormai diventata uno spartiacque tra chi tutela gli interessi nazionali ad avere un Paese competitivo, e chi invece ha una visione ideologica e preferisce cullarsi nell'idea di un'Italia arretrata e gloriosa immersa in un mitologico passato. C'è una prova solare dell'applicazione dell'ideologia a tutti i costi, anche al di sopra del bene dell'Italia: la commissione costituita dal ministro Toninelli che doveva valutare i costi e i benefici dell'opera. Chiunque avesse avuto a cuore il bene dell'Italia, avrebbe scelto dei membri della commissione equilibrati per capire cosa davvero conveniva fare all'Italia. Invece il ministro ha scelto degli "esperti" come il prof. Ponti, noti per essere stati ospitati diverse volte sui media per le loro tesi "NO TAV". Dunque il ministro ha sostanzialmente speso i nostri soldi per farsi dire un "no" alla TAV da una commissione....è chiaro che a lui dell'interesse e dei soldi degli italiani non importa nulla. E non ha neppure fatto alcunché per nasconderlo, visto che quanto scriviamo è sotto gli occhi di tutti. Emerge invece un esempio perfetto di faziosità da un lato, e uno spreco di soldi pubblici dall'altro. Di onestà intellettuale, neanche l'ombra. E di onestà nel gestire i soldi pubblici, neppure. Forse l'unica cosa che possiamo riconoscere ai 5 Stelle è la generosità: anche questa volta stanno facendo un grande favore a Salvini, regalandogli le simpatie dei tantissimi italiani favorevoli alla Tav.
DAVIDE RICCARDO ROMANO