Vergogna. Gira nelle chat, anche di gruppi di carabinieri, un orribile fotomontaggio. C’è la foto di Stefano Chucchi, morto, con la dicitura “Quanto non sei bello, ma Cucchi”. Alcune ragazze sorridenti fingono di baciare il cadavere. Quello che fa più rabbia è che l’immagine è stata condivisa alche da molti carabinieri, anche se in tanti hanno censurato i colleghi che l’hanno fatto. Ma è il segno di un odio profondo, di un’incapacità di capire il male fatto nella caserma dove un fermato, affidato alla sacra custodio dello Stato, è stato massacrato di botte sino alla morte. E’ chiaro che l’obiettivo è anche la sorella di Stefano, Ilaria, che da allora si batta per avere giustizia. Lei è oggetto di una spaventosa campagna d’odio sui social.
Quando non ci sono argomenti, non resta che l’odio. Ilaria Cucchi ha denunciato di ricevere continue minacce da parte di sedicenti carabinieri e poliziotti, ma anche da esponenti della Lega, subito scaricati da Salvini. Il messaggio nasce dall’ignoranza, si potrebbe definire meglio con una semplice parola, cattiveria. Non c’è rispetto per chi esprime un dissenso, condiviso o no. Bisognerebbe rifletterci su, prima di precipitare in un abisso senza fondo.
(red. ISM)