Non c’è aggettivo che sia fuori luogo, parlando di Las Vegas: esagerata, scintillante, abbagliante, folgorante. La capitale del vizio, del proibito e di ogni possibile capriccio, la Disneyland degli adulti, dove è possibile sposarsi in 10 minuti e dove ogni notte sui tavoli dei casinò si immolano cifre che da altre parti del mondo basterebbero a cancellare il debito pubblico. Ecco perché stupisce, ma neanche più di tanto che nella classifica degli eccessi di Las Vegas si aggiunga quello della stanza d’albergo più cara del mondo.
Si tratta della “Empathy Suite” del “Palms Casino Resort”, immenso albergone nato nel 1999 sulle ceneri del “Fiesta Hotel & Casino”, conta 703 fra stanze e suites, 8mila mq di sale da gioco, un ristorante stellato, un teatro interno da 2.500 posti e uno studio di registrazione utilizzato da Jay-Z, Olivia Menton-John, Celine Dion, Beyoncé, Madonna, Lady Gaga, Carlos Santana, Imagine Dragons, 50 Cent e Marron 5. Nel tempo è stato la location di videoclip girati da Britney Spears, Eminem e Katy Perry.
La Empathy Suite, iniziando dalle note dolorose, costa 100mila dollari a notte, mance escluse circa 89mila euro. Ma per cotanto denaro si ha diritto ad accedere all’ultimissimo piano del Palms, con 800 metri quadri a disposizione che si aprono su una vetrata che domina le sfavillanti luci di Las Vegas. Concepita dallo studio “Bentel & Bentel”, la sky-villa si articola su due enormi camere da letto, tre sale da bagno, saloni per intrattenimento con biliardo e addirittura un bowling, spa personale, teatro con cinema e una terrazza con chaise longue, divani piscina in vetro sospesa nel vuoto. A disposizione degli ospiti maggiordomo, autista e 10mila dollari di credito per tentare la fortuna ai tavoli del casinò, semmai ce ne fosse ancora bisogno.
Ma c’è di più: la suite è in realtà una vero museo privato grazie alla presenza di numerose opere di Damien Hirst, contradditorio e provocatorio artista britannico, capofila del “YBAs”, un gruppo di visual artist dalla vita sregolata assai che predilige materiali di recupero. All’interno della suite trova posto un’installazione con due squali in formaldeide, dieci pannelli in vetro con farfalle dipinte, “The winner takes it all”, una cassa di diamanti, “Not a long time”, lo scheletro di un marlin e “Pharmacy”, la riproduzione artistica di una farmacia, con pillole di ogni colore a riempire gli scaffali. “È la prima volta al mondo che una camera d’albergo viene arredata con una collezione d’arte così preziosa – ha precisato Jon Gray, general manager del Palms – è l’occasione unica di dormire in un museo”.