Inquietanti retroscena sulla condanna a 38 anni di carcere e 148 frustate inflitta in Iran all'attivista Nasrin Sotoudeh, avvocatessa per i diritti umani. per avere “minacciato la sicurezza nazionale”. A creare questo clima di feroce repressione potrebbe essere stata la nomina dell'ultraconservatore Ebrahim Raisi come nuovo capo del sistema giudiziario iraniano. Vincitrice nel 2012 del premio Sakharov, la 55enne Sotoudeh è rinchiusa nel carcere di Evin dal 13 giugno 2018 ed è stata processata in contumacia a Teheran il 30 dicembre 2018 quando - secondo il marito - rifiutò di andare in aula perché le era stato negato il diritto alla scelta dell'avvocato. La donna ha difeso attivisti, oppositori e le iraniane finite in manette per essersi tolte il velo in pubblico. Era già stata arrestata nel 2010 e condannata a 11 anni di carcere, pena poi ridotta in appello a sei anni. Era stata rilasciata nel settembre 2013. Sotoudeh, spiega il marito Reza Khandan, era stata condannata a cinque anni di carcere nell'ambito di uno dei processi contro di lei e a 33 anni di reclusione e 148 frustate nel quadro di un secondo caso che la riguarda. Era già stata arrestata nel 2010 e condannata a 11 anni di carcere, pena poi ridotta in appello a sei anni. Era stata rilasciata nel settembre 2013. Khandan, a sua volta condannato nei mesi scorsi a sei anni di carcere, non ha fornito altri dettagli. Il giudice Mohammad Moghiseh hariferito all'agenzia iraniana Isna la condanna è di “solo” sette anni di carcere Sotoudeh dovrà scontare «cinque anni di prigione per cospirazione contro il sistema» e «due anni di reclusione per insulti» alla Guida Suprema Ali Khamenei.