Venti di guerra in Medio Oriente. Trump aveva dato l’ordine di attaccare le postazioni missilistiche iraniane che hanno abbattuto un drone USA (“Nel nostro territorio”, giurano gli iraninai) ma alla fine non è successo nulla. Il presidente ha ritirato all’ultimo istante le disposizioni per l’attacco. Ma navi e basi aeree restano in allarta e il pericolo di un conflitto non è finito. Le forze USA schierate nel golfo sono pronte ad agire e mantengano l’assetto di guerra. L’Agenzia federale per l'aviazione civile degli Stati Uniti ha intanto escluso i voli americani da una parte dello spazio aereo iraniano, sopra lo Stretto di Hormuz e il Golfo di Oman per "accresciute attività militari e all'aumento delle tensioni politiche nella regione, che rappresentano un rischio per le operazioni dell'aviazione civile statunitense e possibili errori di calcolo o errata identificazione", ha affermato l'Amministrazione federale dell'aviazione degli Stati Uniti. "Il rischio per l'aviazione civile statunitense e' dimostrato dal lancio di missili terra-aria iraniani per l'abbattimento di un velivolo di sorveglianza americano", scrive l'authority. Gli aerei erano già in volo e le navi, compresi gli incrociatori armati di missili, erano stati allertati qualche ora prima ed erano in posizione ma l’ordine alle 3 (ora italiana) è stato bloccato,fosr solo momentaneamente. .
La flotta Usa nel Golfo è ancora in allarme per le prossime 72 ore. I cacciabomdrieri avevano un target preciso: radere al suolo le postazioni del sistema missilistico terra-aria Neva/Pechora S-125, SA-3 Goa, usato per abbattere il drone Global Hawk RQ-4A della Marina. Diversa la versione iraniana: i Pasdaran hanno precisato di avere utilizzato il 3 Khordad, variante del sistema missilistico terra-aria Raad, un prodotto nazionale. John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Pompeo, segretario di Stato e la direttrice della Cia, Gina Haspel, si sono schierati per l’attacco, il Pentagono s’è dichiarato contrario per evitare “un’escalation del conflitto”.