Di Germano Longo
È una storia che sarebbe piaciuta tanto ad uno di quei programmi dove la lacrima prima o poi arriva, perché fa audience. Ventisei anni fa, nel 1992, Chen Huihui prende il treno insieme al padre e una delle sue zie: cose che capitano, nulla di preoccupante in qualsiasi altra parte del mondo, ma non in Cina. Alla stazione di Shangai devono cambiare treno: scendono, la zia deve fare una commissione e raccomanda alla bambina di restare ferma e immobile davanti ad un negozio. È un attimo: una folla oceanica, che va per i fatti propri senza neanche incrociare lo sguardo, la travolge ingoiandola. Risultato: di Chen, sei anni, si perde ogni traccia. Sulle sue tracce si mettono in tanti: parenti, volontari e polizia, ma non c’è niente da fare. Sarà stata rapita, rassegnatevi, dicono ai genitori. Il caso di Chen rientra in una statistica terribile, che raccoglie quelli di migliaia di altri bambini che ogni anno scompaiono in Cina.Per Chen non è così, ma nessuno lo sa: per 26 anni ha cercato di ritrovare la famiglia, che ai tempi viveva in una zona rurale nel nord della Cina, senza riuscirci. L’ultima speranza, quando ormai Chen è diventata una donna 32 anni, sembra offrirgliela “Baby Come Home”, un programma televisivo molto seguito che si offre di ritrovare le persone scomparse, con all’attivo almeno 2.200 ritrovamenti.
Ma perfino loro, veri professionisti della ricerca, impiegano mesi, ma alla fine, a forza di incrociare dati, si imbattono nella denuncia di un uomo che parecchi anni prima aveva smarrito la figlioletta alla stazione di Shangai. Ma visto che il tempo trascorso è davvero troppo, per avere la certezza del ritrovamento serve un’analisi del DNA.
Qualche giorno fa, Chen ha potuto riabbracciare solo suo padre, perché la mamma è morta anni fa, anche per l’infinito dolore di aver perso una figlia. Chen Huihui, ha raccontato la sua parte della vicenda: ha vagato per le strade di Shangai senza sapere dove andare. Poi ha incontrato un anziano contadino della provincia di Shandong che intenerito dalla sua storia, l’ha cresciuta come fosse stata sua figlia.