I difensori di George Pell, il cardinale riconosciuto colpevole di pedofilia da una giuria del tribunale di Melbourne, avevano chiesto e ottenuto la libertà su cauzione per il loro assistito, ma la misura è stata revocata. Per l’ex numero tre del Vaticano si aprono le porte della “Assessment Prison” di Melbourne, dove attenderà la sentenza che stabilirà la pena, prevista per il 13 marzo.
Pell, 77 anni, avrebbe abusato di due adolescenti verso la fine degli anni Novanta, quando era arcivescovo di Melbourne. Il padre di uno dei due, che per legge è costretto a mantenere l’anonimato, ha intentato una causa risarcitoria contro l’alto prelato e la Chiesa cattolica: la morte di suo figlio per overdose nel 2014, dopo una storia di tossicodipendenza dovuta a stress post-traumatico, è un pesante atto d’accusa che in qualche modo si aggiunge alla coscienza di Pell, che rischia 50 anni di carcere.
“Per garantire il corso della giustizia, il Santo Padre ha confermato le misure cautelari già disposte nei confronti del cardinale: il divieto di dell’esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età”, ha comunicato Alessandro Gisotti, portavoce del Vaticano.