Se possibile, la firma di Donald Trump sul ricongiungimento dei bambini separati a forza dai genitori migranti, ha creato un’enorme confusione e un grande imbarazzo nel Congresso americano. Una decisione presa sulla spinta dell’indignazione mondiale e della discesa in campo di Melania e Ivanka, moglie e figlia del presidente, che hanno convinto Trump ad una marcia indietro necessaria, pena passare alla storia come uno dei peggiori despoti dell’umanità.
Ma il rischio, in mancanza di direttive e piani d’azione, è l’aumento esponenziale di azioni legali, anche perché a fronte del decreto di riunificazione dei nuclei familiari, il numero uno della Casa Bianca continua a sbandierare la “tolleranza zero”. I primi problemi sono stati sollevati da Kevin K. McAleenan, responsabile della “Customs and Border Protection”: secondo una legge del 1997, non è possibile detenere adulti e minori oltre i 20 giorni, e pattugliare, arrestare e rinchiudere i migranti che premono alle frontiere meridionali significa un impegno di forze straordinario, con creazione di centri e potenziamento delle forze sul campo.
Ma la nota dolente è un’altra: i 2.300 bimbi strappati alle famiglie sono stati smistati nelle oltre 100 strutture della “Health and Human Services Department” di 17 stati diversi. E il ricongiungimento deve partire dall’individuazione esatta del minore, cosa niente affatto semplice che ancora una volta richiede un’organizzazione capillare da creare in fretta e furia per placare le polemiche mondiali. Tantissime sono le famiglie di migranti che hanno chiesto la tutela di legali, trovandosi di fronte alla più sconsolata delle risposte: nessuno sa con esattezza dove siano i loro figli. Pochissimi, al momento, coloro che sono riusciti a mettersi in contatto con i loro bimbi.
Minori strappati alle braccia di mamma e papà che vanno ad aggiungersi alle migliaia di altri ragazzini che nel tempo hanno tentato di superare il confine da soli, senza alcun adulto ad accompagnarli: per la legge vanno arrestati, smistati nei centri e custoditi fino alla maggiore età, quando sono espulsi. Casi che riguardano l’81% dei minori custoditi attualmente, secondo i dati dello Health and Human Services Department, e di questi il 79% ha dai 13 anni in su.
C’è poi un altro caso pronto ad esplodere: sui media, le storie di bambini calmati a forza con sedativi si moltiplicano, come le strutture in cui sono ospitati, a volte gestiti da organizzazioni religiose, altre con standard sanitari allarmanti.
In Congresso, a cui Trump ha chiesto di velocizzare la nuova legge sull’immigrazione, è nel caos: gli stessi repubblicani sono spaccati a metà fra chi sposa la linea dell’intransigenza e coloro che al contrario preferirebbero una linea più morbida, temendo ripercussioni nelle elezioni di “midterm” del prossimo novembre.