Perfino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha ammesso a denti stretti di aver sottovalutato la portata del coronavirus “Wuhan”: dal rischio “moderato” dei cinque precedenti rapporti, si è passati di colpo ad un proeccupante rischio “elevato”. Una retromarcia che fa discutere e alza le polemiche su quanto l’OMS sia realmente efficace e pronta per reagire di fronte alle emergenze mondiali.
Polemiche che avranno sicuramente degli strascichi, ma non adesso, con il recente dispaccio della commissione sanitaria nazionale cinese, che conferma 106 morti e 4.515 casi accertati, praticamente il doppio nel giro di appena 24 ore. I cittadini cinesi sono invitati a evitare i viaggi all’estero, mentre le autorità hanno posticipato l’inizio del secondo semestre per scuole e università e da Pechino arriva la notizia dello stanziamento straordinario di 60,33 miliardi di yen (quasi 8 miliardi di euro) per far fronte all’emergenza, a cui si aggiunge l’offerta di aiuto di Trump, che dichiara gli Stati Uniti pronti a dare una mano.
La sensazione, sempre più diffusa, è che il “2019-nCov” faccia sempre più paura, e soprattutto che fronteggiarlo e renderlo innocuo non sarà affatto semplice. Il sospetto è sul periodo di incubazione, durante il quale il virus potrebbe passare di persona in persona senza che ancora nessuno accusi malesseri. Secondo gli esperti dell’università di Hong Kong, le cifre reali dell’epidemia sarebbero molto più alte, probabilmente non distanti dai 44mila casi, e comunque ancora lontani dal picco che si stima potrebbe arrivare fra aprile e maggio, con 150mila casi al giorno.