Si chiama Daniel Shravan, è un giovane film-maker indiano di belle speranze che finora ha realizzato qualche cortometraggio. Ma a dargli una notorietà di cui avrebbe probabilmente fatto a meno non è stato il cinema, ma un post su Facebook che è diventato virale facendo il giro del mondo, in cui Shravan commentava il recente caso di una donna stuprata da quattro uomini che dopo averla devastata hanno dato alle fiamme il suo corpo. È solo l’ultimo di una serie di orribili crimini contro donne e ragazze avvenuti in India che da anni fanno il giro il mondo. L’India non è uno dei posti migliori per essere una donna, ormai lo sottolineano anche diversi tour operator, che avvertono i turisti dei possibili rischi: “Le autorità indiane riferiscono che lo stupro è uno dei crimini in più rapida crescita e i crimini violenti, compresa l’aggressione sessuale, sono largamente diffusi in numerosi luoghi turistici”.
Nel post incriminato, rimosso poco dopo, Daniel Shravan aveva espresso la sua personalissima teoria, termine che forse non a caso fa rima con follia: “Le ragazze sopra i 18 anni dovrebbero essere istruite sullo stupro, addestrate a non negare mai i desideri sessuali degli uomini magari portandosi appresso preservativi. Gli stupratori mettono soltanto in atto un modo per soddisfare i loro desideri: le donne migliori dovrebbero accettare lo stupro e non combatterlo”. Il post prosegue dicendo che è sciocco da parte del governo presumere che le leggi contro lo stupro possano realmente debellare i crimini sessuali in India. “È una follia dei governi pensare che uccidere Osama Bin Laden sia sufficiente per eliminare la piaga del terrorismo. Allo stesso modo, le leggi contro lo stupro non fanno nulla per impedirli”.
Apriti cielo: nel giro di pochi minuti, dopo aver fatto il giro del mondo, il profilo di Daniel Shravan è stato letteralmente travolto da migliaia di insulti e minacce di morte. Qualcuno, ritenendo impossibile che un essere umano possa nutrire simili pensieri, è arrivato perfino a credere che si sia trattato di un’uscita sarcastica, per quanto infelice: “Spero che nessuno possa scrivere certe cose seriamente”. Secondo altri, si è trattato di una trovata pubblicitaria a buon mercato da parte di un regista senza nome, per arrivare alla notorietà. Ma smentendo da solo entrambe le ipotesi, Shravan ha evitato altri commenti chiudendosi nel silenzio di chi teme pesanti conseguenze.