La Thailandia è sotto shock: Khanakorn Pianchana, un giovane giudice in servizio al tribunale di Yala, nel sud del paese, si è sparato al petto al termine di un’udienza in cui per mancanza di prove ha assolto cinque uomini dalle accuse di omicidio e possesso di armi da fuoco. Secondo quanto riportato dai media, il giudice aveva denunciato pesanti interferenze nel caso: trasportato d’urgenza in ospedale, dov’è ricoverato in terapia intensiva, Khanakorn ha riportato ferite profonde, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Poco prima dell’episodio, Khanakorn avrebbe ammesso che diversi colleghi giudici avevano insistito con lui per cambiare l’esito delle sentenze, in una condanna, ma questo avrebbe significato mandare tre uomini sul patibolo e due al carcere a vita. “In questo momento, tanti altri giudici dei tribunali di primo grado di tutto il paese sono trattati allo stesso modo. Ma se io non posso mantenere fede al giuramento che ho fatto, preferisco morire piuttosto che vivere senza onore”.
La dichiarazione di Khanakorn ha suscitato forti polemiche e la preoccupazione per chi dovrebbe applicare leggi thailandese e invece abusa del proprio potere emettendo sentenze di colpevolezza che hanno obiettivi politici. Secondo un portavoce dell’ufficio giudiziario tailandese, Khanakorn avrebbe tentato il suicidio perché aveva problemi personali ed era sotto stress. Non è d’accordo Piyabutr Saengkanokkanokkul, segretario generale del “Future Forward Party”, secondo cui, con il suo gesto il giudice ha tentato di accendere i riflettori sul marcio che si è insinuato all’interno del sistema giudiziario thailandese.