Il virus “Wuhan” cambia, si adatta, passa di persona in persona diventando più forte e imprendibile. “La situazione è grave”, ammette il presidente Xi-Jiping chiamando a raccolta l’apparato dello Stato mentre il mondo guarda la Cina isolarsi ogni ora di più. Nel giro di due settimane, se la propagazione rimarrà quella attuale, il numero di contagi potrebbe toccare 351mila persone: al momento, i dati ufficiali diffusi da Pechino parlano di 41 morti e 1.363 contagi.
L’allerta nel paese è massima: 56 milioni di cinesi sono praticamente isolati dal resto del mondo, e squadre di migliaia di medici militari e civili specializzati in malattie infettive sono state inviate nelle città, a cominciare da Wuhan, la “ground zero” del coronavirus. Fra due settimane avranno a disposizione “Leishenshan”, un nuovo ospedale con 1.300 posti letto per fronteggiare l’emergenza che sarà pronto entro il 3 febbraio, e un altro poco dopo.
La paura che serpeggia è l’estrema mutevolezza del virus, che finora ha permesso di identificare con certezza solo il 5,1% dei contagiati: “Se non cambia nulla nel controllo o nella trasmissione, ci aspettiamo nuove epidemie nelle città cinesi e che l’infezione continui a comparire a ritmo crescente in tutto il mondo - si legge in un report dell’Università di Lancaster diffuso in queste ore - tra 14 giorni, il 4 febbraio, il nostro modello predittivo indica che il numero di persone contagiate a Wuhan potrebbe essere superiore a 250 mila”.
Fra i paesi più a rischio sono citati Thailandia, Giappone e Sud Corea: l’emergenza è scattata a Hong Kong, mentre 4 sono i casi accertati in Australia e tre in Giappone, con un sospetto a Toronto e un altro a Vienna. E se crescono i timori per le Olimpiadi del prossimo luglio a Tokyo, gli Stati Uniti hanno deciso un ponte aereo per evacuare il personale diplomatico e gli americani che risiedono a Wuhan.
Sul fronte della ricerca, dopo l’ipotesi che i rettili fossero la causa della nascita del virus, un gruppo di scienziati cinesi ha indicato nel visone l’ospite intermedio da cui è partita l’infezione di Wuhan. La Cina, sulla spinta delle pressioni internazionali, ha vietato fino a nuovo ordine il commercio e il trasporto di animali selvatici.
Nelle scorse ore, intanto, è circolata un’indiscrezione secondo cui il coronavirus non sia nato nella promiscuità animale del mercato di Wuhan, ma sia “fuggito” non si sa come da un laboratorio cinese dove erano in corso sperimentazioni di modifica della Sars in caso di guerra batteriologica.