Può essere un caso – e nel calcolo delle probabilità potrebbe anche starci – ma di certo la notizia della morte improvvisa di Maksimishin Sergey Valentinovich, il medico che per primo aveva curato (e salvato da morte certa) Alexej Navalny, getta un’ombra assai scura sulla vicenda.
“Con rammarico, vi informiamo che il vice capo medico per l’anestesiologia e la rianimazione dell’ospedale di emergenza n. 1, assistente del dipartimento dell’Università statale di medicina di Omsk, dottore di ricerca in scienze mediche Maksimishin Sergey Valentinovich è improvvisamente deceduto”, ha comunicato in via ufficiale l’ospedale, senza nulla aggiungere riguardo ai motivi della morte improvvisa del medico 55enne.
Era stato lui, il primo a prestare soccorso a Navalny dopo il tentativo di avvelenamento con Novichock di cui era stato vittima la scorsa estate, prima che la famiglia del dissidente decidesse di spostarlo in Germania.
Il caso è destinato a rendere ancora più spinosa la posizione della Russia di Putin, che nelle scorse ore ha dovuto incassare le parole di Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera dell’UE, il quale facendo riferimento al caso Navalny, la cui condanna a tre anni e mezzo di reclusione ha scatenato le proteste in tutto il mondo, ha descritto le relazioni fra Russia ed Unione Europea come “vicine ad un punto ormai critico. Ma siamo anche convinti che, malgrado le nostre differenze, costruire un muro di silenzio non sia un’opzione”.