A Oslo, capitale della Norvegia, abitano oltre 1,5 milioni di persone civili. Un titolo meritatissimo, sottolineato dai dati di una statistica invidiabile: nel 2019, sulle strade della città è morta una sola persona in incidenti stradali. La media, ricordano orgogliosamente, continua ad abbassarsi da diversi decenni: nel 2017 le morti sulle strade di Oslo erano state tre, cifra che molte altre città europee neanche osano sognare.
Per contro, nel resto del Paese sono state registrate più vittime nel traffico rispetto all’anno precedente: 110 contro le 108 del 2018. Ma c’è la convinzione diffusa che anche questo migliorerà: il trend racconta che la Norvegia ha registrato il più basso numero di morti nel traffico in tutta l’Europa nel 2017, con 20 incidenti per milione di abitanti.
Per contro, 126 persone sono morte sulle strade di Londra nel 2019, con un aumento di 22 unità rispetto allo stesso periodo del 2018. Nonostante ciò, il Regno Unito è considerato uno dei paesi più sicuri dell’Unione Europea per quanto riguarda gli incidenti stradali, con meno di 30 morti per milione di abitanti.
I paesi più pericolosi della UE per la sicurezza stradale restano la Bulgaria e la Romania, che ha una media di oltre 90 morti per milione di abitanti.
Il trucco della Norvegia? Nessuno, o meglio, rispettare “Vision Zero”, il progetto di sicurezza stradale adottato in via definitiva nel 2002 che ha come obiettivo la drastica riduzione di morti e feriti sulle strade. Poche le regole: limiti di velocità adattati ad ogni tratto stradale, ma che in città raramente superano i 30 km/h, velocità considerata limite perché le conseguenze di un’auto contro un pedone o un ciclista abbia conseguenze gravi.
A Oslo, l’amministrazione ha introdotto delle restrizioni sulle zone di guida, soprattutto nel centro della città, e ha iniziato a delimitare piste ciclabili ben collegate per incoraggiare i cittadini a spostarsi su due ruote invece che su quattro. Lo stesso progetto che ha allo studio Sadiq Khan, il sindaco di Londra, che mira a trasferire su due ruote l’80% di tutti gli spostamenti nella capitale entro il 2041.