Secondo uno studio che fornisce una rara visione del funzionamento interno di uno degli arsenali più segreti dell’esercito cinese, più di 1 marinaio su 5 imbarcato a bordo dei sottomarini che operano nel Mar Cinese Meridionale accusa problemi di salute mentale.
La ricerca, condotta dalla Second Military Medical University e dalla Naval Medical University, pubblicata sulla rivista britannica “Military Medicine”, ha evidenziato che a bordo dei sottomarini i problemi psicologici si verificano a tassi molto più elevati rispetto a quelli registrati nelle forze dell’Esercito Popolare di Liberazione.
“Per la prima volta, lo studio dimostra che i soldati e gli ufficiali della forza sottomarina nel Mar Cinese Meridionale vanno incontro a grossi rischi per la loro salute mentale e soffrono di gravi problemi psicologici”. Lo studio ha permesso di sottoporre ad una serie di domande 580 sommergibilisti maschi della flotta che opera nel Mar Cinese Meridionale della “PLA Navy”, e 511 di loro hanno risposto a tutte le domande. Mentre un tempo la condizione generale della salute mentale dei sommergibilisti era considerata leggermente peggiore rispetto alle truppe in generale, la ricerca ha mostrato problemi significativamente peggiori.
Gli equipaggi dei sommergibili hanno mostrato tassi molto alti di ansia, fobie, paranoia e somatizzazione, e molti hanno ammesso che le condizioni di vita e la delicata situazione del Mar Cinese Meridionale aumentano i problemi. Negli ultimi anni, la zona è diventata un punto nevralgico di forti tensioni militari: Pechino rivendica quasi tutti i 1,3 milioni di miglia quadrate del Mar Cinese Meridionale, e dal 2014 ha realizzato scogliere artificiali e piccole isole artificiali fortificate con missili, piste e sistemi di difesa, inimicandosi i governi regionali. Washington non riconosce le rivendicazioni territoriali e invia regolarmente nella regione navi da guerra e flotte aeree. In risposta, la Cina ha intensificato le manovre militari, con il risultato che i sommergibilisti possono trascorrere da due a tre mesi chiusi in ambienti stretti e rumorosi che nella migliore delle ipotesi portano alla privazione del sonno. “L’ambiente fisicamente ostile significa che il personale non solo vive in un ambiente isolato e costantemente chiuso, ma dorme anche in cabine esposte a rumori costanti ed eccessivi, con esposizione continua alla luce artificiale”.
Paradossalmente, i sommergibilisti laureati o in possesso di diplomi post-laurea accusano più problemi mentali di quelli con livelli di istruzione inferiori, un fenomeno spiegato attraverso due diversi motivi: il personale più istruito non ha modo di alleviare le pressioni psicologiche subite in un ambiente isolato e desiderano “libertà e integrazione nella società”. E non è finita, perché i problemi maggiori si riscontrano tra il personale dei sommergibili nucleari rispetto a quelli a propulsione convenzionale: non solo i primi richiedono personale più istruito, ma chi è a bordo tende a preoccuparsi maggiormente per possibili incidenti e per l’effetto a lungo termine delle radiazioni.
Anche se la salute mentale degli uomini imbarcati sui sommergibili è stata esplorata da buona parte delle marine occidentali, pochi studi sono stati pubblicati da paesi non anglofoni. Secondo un rapporto del 2019 della “Nuclear Threat Initiative” di Washington, la Cina dispone di una flotta di 60 sottomarini, di cui almeno 10 a propulsione nucleare. Ma il paese sta vivendo un ambizioso programma di ampliamento navale in cui i sommergibili giocano un ruolo fondamentale: l’Office of Naval Intelligence degli Stati Uniti si aspetta che la forza sottomarina cinesi aumenti entro il prossimo decennio di altre 16 navi a propulsione nucleare.