Sei milioni di persone potrebbero essere colpite nelle prossime ore dal ciclone tropicale “Vayu”, che si sta dirigendo verso l’India nord-occidentale e dovrebbe arrivare a destinazione entro le prossime 24 ore. Quasi 300mila le persone che finora sono state evacuate in 700 rifugi, ha riferito un portavoce del Ministero dell’Interno indiano.
Con venti superiori a 120 km/h, Vayu potrebbe diventare il ciclone più forte che colpisce il continente indiano da decenni, e arriva ad un mese di distanza dal potente “Fani” che ha flagellato la costa nord-orientale dell’India.
Entro una manciata di ore, Vayu passerà a circa 200 km ad ovest di Mumbai prima di arrivare nello stato di Gujarat, sulla costa occidentale indiana.
Trentanove squadre della “National Disaster Response Force” - ciascuna composta da circa 45 persone - sono state dispiegate per aiutare le autorità locali nelle operazioni di evacuazione, ricerca, salvataggio e soccorso. L’esercito ha 34 squadre in stand-by.
Vayu si è formato lunedì e il giorno dopo si è rinforzato nel mare arabo: secondo le previsioni del “Joint Typhoon Warning Center” raggiungerà un’intensità pari a 175 km/h che lo renderebbe uguale ad un uragano di categoria 2.
L’anomalia è che i cicloni tropicali di tale potenza raramente colpiscono il Mar Arabico: l’ultimo risale addirittura a vent’anni fa. Ma se le previsioni sono esatte, Vayu potrebbe diventare la tempesta più forte dal 1998, quando un ciclone tropicale con venti di 195 km/h uccise circa 10.000 persone.
I pescatori e gli abitanti dei villaggi sulle coste sono stati allertati di prepararsi a onde che potrebbero creare grossi problemi nel distretto di Kutch. Il Dipartimento Meteorologico indiano ha avvisato anche di precipitazioni molto pesanti accompagnate a raffiche di vento lungo la costa.
Questo è il secondo grande ciclone tropicale dell’anno in India: Fani, lo scorso mese di maggio, ha colpito lo stato di Odisha con venti che hanno raggiunto i 240 km/h, pari a un uragano di categoria 4. La tempesta ha ucciso decine di persone, principalmente a causa della caduta di alberi e muri, ma il bilancio delle vittime è stato mantenuto relativamente basso grazie all’evacuazione di oltre un milione di persone a Odisha.