La band arriva da Illighadadad, un minuscolo villaggio del Niger, nella regione del Sahara dove vivono i tuareg, gli “uomini blu”, come sono chiamati per via del colore dei loro abiti tradizionali. Sono nati in quella zona alcuni chitarristi di talento, ma mai nessuna donna aveva osato avvicinarsi alla musica in modo professionale: Fatou Seidi Ghali è la prima musicista tuareg della storia.
La sua band, “Les Filles de Illighadadad”, è nata nel 2016 con l’aiuto del cugino Alamnou Akrouni, che suona le percussioni e canta. Un terzo componente, Mariama Salah Aswan, ha recentemente lasciato il gruppo per mettere su famiglia ed è stata sostituita da Fatimata Ahmadelher, seconda chitarrista femminile che contribuisce anche alla voce e alle percussioni. Il fratello di Fatou, Abdoulaye Madassane, si unisce alla band quando sono in tournée, suonando la chitarra ritmica. Hanno circa vent’anni a testa, dicono, anche se nessuno di loro ha un certificato di nascita.
È stato un altro fratello, Ahmoudou, ad avvicinare Fatou alla chitarra, anche se inavvertitamente, quando ne ha portato a casa una dalla Libia. Fatou, che allora aveva circa 10 anni, resta affascinata dal quello strumento perfettamente levigato e colorato, e inizia a suonare in segreto, esercitandosi ogni volta che suo fratello era fuori casa.
L’immagine di una donna tuareg con la chitarra è alquanto insolita e controversa: “Mio padre mi ha detto tante volte di smettere di perdere il tempo che dovrei occupare prendendomi cura delle mucche”. Ma lei ha tenuto duro, e qualcuno ha iniziato a notarle. Fra questi c’era Christopher Kirkley, un appassionato di musica etnica di Portland, in Oregon, che nel 2010 ha fondato la “Sahel Sounds”, un’etichetta discografica che fin dall’inizio ha come obiettivo far conoscere la musica sud-sahariana ad un pubblico più ampio. Kirkley aveva sentito parlare di Fatou, una ragazza che suonava la chitarra ai matrimoni, e in qualche modo è riuscito a rintracciarla. Dopo averla sentita suonare, le propone di registrare il primo album della band: le loro sono le canzoni popolari che hanno sentito da quando sono nate, brani che parlano d’amore, del deserto e della vita nomade. La musica “Tende”, che prende il nome dal tamburo, viene suonata durante i tradizionali rituali di corteggiamento dei tuareg, dove tutte le donne di un villaggio cantano mentre gli uomini si avvicinano a dorso di cammello, cercando di catturare l’attenzione di una potenziale corteggiatrice.
“La musica per i tuareg è importantissima: tutti ascoltano, tutti suonano - assicura Fatimata - per amore, per dolore, per divertimento. Quando c’è tensione nel villaggio, i musicisti arrivano per calmare tutti”. Le diverse occasioni richiedono generi di musica differente, ma in genere il “takamba” è quello che va di più, uno stile veloce costruito attorno a uno strumento a tre o quattro corde noto come “ngoni”.
Fatou ha suonato il suo ngoni ancora prima di imbracciare una chitarra e ha creato il sound della sua band combinando diverse influenze: la musica tende, il takamba e l’hausa, un folk nigeriano. Il successo che sta ottenendo la band significa che viene trattata “come una regina” quando torna a casa, con la gente del posto che sorride e chiede foto. “Mi piacerebbe guadagnare abbastanza per aiutare il mio villaggio, comprare medicine, sostenere i miei fratelli e sorelle”.
Les Filles de Illighadadad sono impegnate in un tour mondiale che li ha già portati in Australia, Israele, Svezia e Canada: e ovunque è un successo.