Forse non sarà così, ma questi mesi potrebbero essere gli ultimi con Vladimir Putin alla guida della Russia [qui l’articolo di ItaliaStar Magazine sul referendum]. Una fase delicata cui si aggiungono le ripercussioni interne e internazionali della pandemia di coronavirus, che potrebbe rafforzare la sua leadership, focalizzando intorno a lui il bisogno di stabilità della popolazione. Ma, al contrario, potrebbe rivelarsi drammatica per Putin nel caso l’opinione pubblica ritenesse inadeguate le risposte istituzionali contro la crisi e la pandemia.
Attualmente in Russia sono circa mille gli infetti, ufficialmente concentrati nella regione intorno a Mosca, e 4 i morti, un valore decisamente basso rispetto alla media internazionale. Le autorità hanno invitato più volte la popolazione a mantenere la calma e hanno dichiarato esplicitamente di poter gestire l’emergenza senza difficoltà, limitando il traffico aereo internazionale senza bloccarlo ed evitando la chiusura delle fabbriche, degli uffici e di tutti gli altri luoghi in cui si riuniscono le persone.
I movimenti di opposizione sono naturalmente critici nei confronti di questo comportamento, certi che il governo stia mentendo sui veri dati della pandemia. Accusano Putin di far classificare molti pazienti come affetti da semplice polmonite e di considerare molte delle morti provocate dal coronavirus come dovute a patologie preesistenti o diverse. Per esempio, i cardiopatici morti per le complicazioni dalla COVID–19 sono inseriti tra vittime di malattie cardiovascolari.
Sempre per l’opposizione, il numero dei tamponi disponibili in Russia (nonché la loro attendibilità) è sensibilmente inferiore a quello di cui dispongono i Paesi dell’Europa occidentale: pertanto, le stime sui contagi non sono affidabili.
A testimonianza di questa sorta di insabbiamento dei dati reali sulla pandemia da coronavirus, riferisce il Centro Studi Internazionali citando i contrari a Putin, ci sarebbe il sensibile aumento dei casi di polmonite, che rispetto all’anno scorso sarebbero ingiustificatamente aumentati del 3 per cento.
Oltretutto, in Russia il contagio potrebbe crescere e raggiungere volumi difficili da gestire dal sistema sanitario locale, anche a causa dell’età media della popolazione piuttosto elevata. Gli ospedali e i pronto soccorso in crisi farebbero naturalmente aumentare a dismisura il malcontento popolare, soprattutto dovesse palesarsi l’iniziale censura delle informazioni da parte delle istituzioni. In questo caso, Putin potrebbe sempre trovare un capro espiatorio e accusarlo di avergli tenuto nascosta la verità, ma la stabilità nazionale subirebbe un duro colpo e l’opinione pubblica difficilmente perdonerebbe al leader un'altra bugia. Per ora, come già è successo spesso in passato, Putin sta cercando di manipolare a suo vantaggio una crisi nazionale trasformandola in una opportunità politica da utilizzare sia in patria sia all’estero. E perciò si è recato in visita all’ospedale Kommunarka di Mosca dove sono ricoverati i malati con il coronavirus, confortandoli ma soprattutto mostrandosi ai media di tutto il mondo indossando tuta, occhiali e mascherina. In poche parole, trasformando in show questo suo gesto in modo che la vicinanza ai suoi compatrioti malati sia stata vista e soprattutto ben considerata nel Paese e all’estero.
Inoltre, Putin ha dichiarato di essere pronto a varare misure straordinarie per produrre in Russia kit monouso per ospedali e mascherine. Per farlo, ha affermato che la manodopera a basso costo sarà composta da studenti, detenuti e membri della Guardia Nazionale.
Ma il gesto che ha ottenuto maggior risalto internazionale ha coinvolto l’Italia, dove ha inviato mezzi e personale militare per aiutare il nostro governo a combattere il contagio. Si tratta certamente di un’operazione che da un lato mette in evidenza generosità e spirito collaborativo, ma dall’altro vuole sottolineare al mondo la stretta relazione tra Mosca e Roma. Anche il momento sembra studiato ad arte, in quanto durante questa fase in cui i rapporti tra l’Italia e i partner europei, oltre che con gli Stati Uniti, sono particolarmente freddi a causa della lentezza con cui l’Unione Europea interviene per aiutarci e la superficialità con cui Trump tratta il problema, Putin ha ottenuto un’immediata visibilità, commenti positivi e l’appoggio dell’opinione pubblica italiana.
In pratica, presentare la Russia come nazione generosa e disponibile ad aiutare l’Italia in occasione della peggiore crisi dopo la seconda guerra mondiale è sicuramente funzionale a dare fiato al diffuso euroscetticismo italiano, oltre migliorare la sua immagine e quella russa. Il tutto, in vista di una probabile rimozione delle sanzioni e di una possibile nuova valutazione con più comprensione della difficile questione ucraina.
Inoltre, rapporti più stretti e amichevoli con l’Italia significano per Putin un dialogo stabile con una nazione occidentale, pur nel rispetto dei reciproci interessi strategici in aree critiche come per esempio la Libia o l’Africa da cui arrivano i migranti.
E un altro fortissimo aiuto al successo interno e mondiale di Putin arriverebbe qualora fossero i russi a disporre del vaccino. Non è un mistero infatti che ricercatori e scienziati stanno lavorando senza soste per trovare la cura al coronavirus prima dei colleghi stranieri. Riuscire a ottenere un vaccino o un medicinale che fermi COVID-19 prima di tutti significherebbe per Mosca poter disporre di un’arma strategica e propagandistica senza pari. Come sarebbe possibile, anche per Trump, continuare a sanzionare o attaccare la nazione che ha fermato la pandemia?