In tempi in cui la chiesa Cattolica rivede, in senso laico, un dogma dopo l’altro, quasi riconosce l’amore omosessuale, rimodula la struttura stessa della famiglia anche se non ancora in modo esplicito, parlare di Satana, dei Diavoli e dell'Inferno potrebbe sembrare inutile, un retaggio del passato, mentre dibatte sul fine-vita con straordinaria modernità pur mantenendo una posizione contraria all’eutanasia, insomma qualcuno potrebbe pensare che chissà, anche l’Inferno, il regno di Satana dove sono destinati i grandi peccatori che hanno rinnegato Dio, abbia subito una specie di riduzione estetica e formale. Ma il sito papaboys.it ribatte che è vero il contrario, attraverso un report a firma di Daniele Venturi..
“Oggi alcuni ci vogliono far passare – specialmente nell’ultimo periodo – come una Chiesa ‘zuccherosa’, tutto ‘bene’ e ‘misericordia’, ‘perdono’ e ‘comprensione’. Sento poco – ma sarà una mia sbagliata opinione (non sarebbe la prima ndr) parlare dell’inferno. A parte qualche bravo esorcista, ed in più di una occasione Papa Francesco che non si stanca mai di ripetere le conseguenze alle quali andiamo incontro con una vita’poco cristiana’…Non ci deve far paura l’inferno, ci deve solo tenere sulla strada della Grazia di Dio, che è l’unico antidoto. L’unica medicina. L’unica via…”.
Il riferimento su come anche oggi potrebbe essere, anzi è, l’inferno, è affidato alle visioni, certificate dalla Chiesa, di due Sante, in particolare Santa Teresa D’Avila che così testimonia dopo che Dio volle mostrarl il luogo della dannazione e della perdizione eterna. “Il luogo dove starebbe l’inferno, il cui ingresso è costituito da un cunicolo lungo, è stretto, simile ad un forno basso, buio e angusto. Un luogo pestilenziale dove non c’è più né speranza di conforto, né spazio per sedersi o distendersi. Il suolo, tutto melma puzzolente, è pieno di rettili schifosi. Non c’è luce, ma tenebre fittissime e intanto tutto ciò che può dar pena alla vista si vede ugualmente. Le pene sofferte dai dannati. L’anima è investita da un fuoco che Teresa non sa descrivere; il corpo (la Santa è lì con l’anima e il corpo) è straziato orrendamente da dolori intollerabili. Ma tutto questo è ancora niente di fronte all’agonia dell’anima che soffre un’oppressione, un’angoscia, una tristezza e un vivo e disperato dolore “che non so – dice la Santa – come esprimermi “. “Dire che si soffrano continue agonie di morte è poco, perché almeno in morte pare che la vita ci venga strappata da altri, mentre qui è la stessa anima che si fa in brani da sé. La sofferenza più atroce è il pensiero che queste pene non hanno né fine né mitigazione alcuna”. I supplizi peggiori sono il fuoco e la disperazione interiore. Le pene e le afflizioni sono sentite in spirito ma si soffre veramente, come se si soffrisse nel corpo. Dette pene sono tali da superare ogni umana immaginazione: a paragone di esse, le sofferenze più atroci di questa terra sono un niente. Quanto vien detto sull’inferno e i suoi supplizi non ha nulla a che vedere con la realtà, perché totalmente diversa.
Quanto si medita sui tormenti dell’inferno, su quello che i demoni fanno patire, o che si legge nei libri, non ha nulla a che fare con la realtà, perché totalmente diversa, come un ritratto messo a confronto con l’oggetto ritrattato. Quasi neppure il nostro fuoco si può paragonare con quello di laggiù . Oltre ai castighi diciamo così comuni per tutti i dannati, ci sono pure spaventosissimi castighi per ogni vizio particolare. È la stessa anima dannata che si dilania, che si fa in brani da sé. “Non vedevo – dice la Santa – chi me li faceva soffrire (detti tormenti), ma mi sentivo ardere e dilacerare, benché il supplizio peggiore fosse il fuoco e la disperazione interiore…”.
Ci pare un quadro abbastanza eloquente. Il problema è per i credenti. Gli atei affermano che dopo la morte c’è solo il nulla. I cristiani cattolici, invece, teorizzano la reincarnazione delle anime; mentre i fedeli rientreranno nel loro corpo e diventeranno immortali, i dannati avranno membra e sembianze forgiate dall’Inferno. Per loro la punizione, inflitta da un Dio comunque buono e misericordioso, ma inflessibile, sarà per l’eternità. Vien da dire, Cari Cattolici, se lo siete veramente e non per finta, riflettete bene, quanto peccate a più non posso, quando quando fate del male ai familiari, alle persone, quando cedete alla lussuria al latrocinio e altro ancora. Perché, lassù non c’è un magistrato, forse peggio di voi, che vi giudicherà ma c’è Dio onnipotente. Se non ci credete, meglio sarebbe lasciare la Chiesa e fare dell’altro.