Di Germana Zuffanti
Il 19 dicembre 2019, a Roma, al Palazzo Giustiniani, sede del Senato della Repubblica, si è tenuta la terza edizione della “International Religious Freedom Roundtable” italiana, organizzata dal Senatore Lucio Malan e dal Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni) del professor Massimo Introvigne.All’incontro erano presenti rappresentanti delle diverse confessioni religiose attive sul territorio italiano, nonché esperti, sociologi e professori di diritto canonico ed ecclesiastico delle Università di Roma e Napoli.
La tavola rotonda è stata occasione di confronto sulle diverse problematiche inerenti la libertà religiosa in Italia e nel mondo, nonché, soprattutto, sulla necessità promuovere un dialogo costante di tipo interculturale ed interreligioso al fine di creare una società non conflittuale. Obiettivo principale è la formazione delle nuove generazioni verso una cultura di pace e la corretta veicolazione di informazioni legate alle confessioni religiose.
Tra le proposte avanzate è emersa quella dell’avvocato Francesco Curto (collaboratore del Cesnur, nonché fondatore del Comitato Fedinsieme, e creatore di diversi eventi volti al dialogo tra fedi differenti), ovvero quella di creare un luogo di condivisione, di coscienza e conoscenza nonché di confronto fra le varie confessioni religiose, per sensibilizzare le persone. Una sorta di museo per la conoscenza, il dialogo e la pace.
Di che progetto si tratta avvocato Curto?
È un progetto semplice ma molto ambizioso: la creazione di un luogo in cui ogni Religione del mondo abbia il proprio spazio, tanto per far conoscere correttamente la propria storia, la propria dottrina e i propri riti, quanto per dialogare con realtà e confessioni nate sotto altri cieli.
i potrebbe pensare a Torino come sede di un Museo delle Religioni, proprio per le sue caratteristiche di città multietnica aperta alla tolleranza ed all’integrazione?
Credo che Torino, proprio per le caratteristiche insite nel suo sviluppo di metropoli a misura d’uomo, sia la città ideale per la creazione di un luogo comune per le religioni del mondo. Torino è una città che permetterebbe ad un progetto di questo tipo di avere il risalto che merita. Lo dice la sua storia e lo raccontano gli abitanti, sempre più provenienti da ogni dove.
Per la realizzazione del progetto, il Cesnur si è detto disponibile a contribuire, donando 70.000 testi sul tema religioso (la più grande collezione d'Europa), per la creazione di una biblioteca interna. L’idea è di farne un luogo statico di raccolta di testi o dinamico di integrazione e partecipazione ad attività?
Se il Museo delle Religioni dev’essere un luogo di aggregazione, dialogo e condivisione, credo debba essere dinamico, con percorsi conoscitivi delle varie realtà religiose, di attività di promozione del dialogo interculturale ed interreligioso (in linea con quanto fatto sin ora con gli Eventi Spiritual: Spiritual Food, Spiritual Life, Spiritual Sound e Spiritual Touch), nonché di consultazione della biblioteca. Con 70.000 testi il Museo delle Religioni ospiterà una delle più grandi biblioteche del mondo sul tema religioso. Un bel punto di partenza, direi.
Dalla finanza islamica al Museo delle Religioni, pensa che Torino sia pronta? Avete già un progetto?
Se Torino con i suoi governanti deciderà di accogliere il progetto, sono certo che si realizzerà qualcosa di straordinario, utile per la creazione di una stabile cultura di pace. Lo posso dire con cognizione di causa: ho lavorato io stesso al progetto e ne ho visto le potenzialità. Per la città e la Regione sarà un vanto ospitare il Museo delle Religioni. Il progetto sarà presentato a breve, penso a febbraio”.