Venticinque milioni di sterline, al cambio attuale quasi 28 milioni di euro: è l’entità del “buco” lasciato da “Jami’es Italian”, la catena di ristoranti creata da Jamie Oliver, il celebre chef inglese.
Jamie, si legge sui tabloid inglesi in queste ore, è stato costretto a mettere mano al suo ingente patrimonio personale attingendo un milioone per pagare gli ultimi stipendi dei circa 1.000 dipendenti licenziati in 22 dei 23 ristoranti. Non gli è andata meglio con le aziende fornitrici, che avanzano 83 milioni di sterline di perdite dopo aver tentato di dare una mano allo chef per salvare la catena di ristorazione.
Il “Jamie Oliver Holdings”, il conto personale dello chef, ha fornito prestiti garantiti per 18,3 milioni di sterline all’attività di ristorazione, di cui recupererà solo 2 milioni di sterline.
Tra i creditori, HSBC si farà carico di quasi la metà delle perdite totali di 83 milioni di sterline dopo aver prestato a “Jamie’s Italian” 39,4 milioni di sterline di debiti garantiti.
La star dei fornelli ha fondato “Jamie’s Italian” nel 2008, insieme al suo ex mentore Gennaro Contaldo, ampliando la presenza in tutto il Regno Unito con 40 locali. Nel 2017, sei filiali sono state chiuse per far fronte a un debito di 71,5 milioni di sterline: Jamie dichiara che l’azienda ha “semplicemente esaurito i contanti”.
Oliver, che ha raggiunto la fama con una serie di programmi televisivi e libri di cucina, ha guadagnato circa 240 milioni di sterline da quando è diventato uno dei più amati personaggi televisivi.