L’allarme “ranitidina” è ormai esploso, e a nulla vale l’aggiunta di “via precauzionale” alla disposizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco di ritirare i farmaci che contengono la molecola, seguita da quello dell’omologa agenzia europea (EMA) di verificare in tutti i medicinali in commercio la presenza di tracce di “N-nitrosodimetilammina”.
Queste ultime, meglio conosciute come “nitrosammine”, sono composti organici classificati come possibili agenti cancerogeni, che in caso di assunzione per lungo termine possono aumentare i rischi di contrarre un tumore. A far scattare l’ordine di ritiro dei farmaci un report dell’agenzia internazionale di ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che avrebbe individuato tracce di nitrosammine in alcuni farmaci prodotti dalla “Saraca Laboratories LTD”, un’azienda indiana.
La ranitidina è un farmaco basato su una molecola il cui effetto è “l’inibizione della produzione di acidi da parte dello stomaco”: viene comunemente usato in caso di trattamenti per ulcere gastriche e reflusso gastroesofageo, commercializzato in Italia come “Zantac”, “Ranidil”, “Ranitidina”, “Raniben” e “Zantac Antiacido” (da non confondere con il Buscopan).
Malgrado il consiglio di rimandare l’assunzione dei farmaci fino alla conclusione delle analisi – che non saranno completate prima di tre anni, vista l’enorme quantità di medicinali da passare al setaccio - gli esperti consigliano di evitare la psicosi: qualora fosse accertata, la presenza di nitrosammine è comunque a livelli bassissimi, addirittura inferiore a quella di una grigliata di carne cotta troppo. Così come si sconsiglia di interrompere improvvisamente l’assunzione di medicinali senza prima aver consultato il proprio medico.
Ma simili notizie, purtroppo, sono una manna dal cielo per le fake news: in rete circolano elenchi farlocchi di farmaci cancerogeni, in modo così massiccio da aver convinto l’agenzia del farmaco a pubblicare l’elenco completo di quelli in cui è stato accertata la presenza di ranitidina.
“È necessario sottolineare che non esiste un pericolo imminente di salute per il paziente che abbia già assunto medicinali contenenti ranitidina e la sospensione è e resta solo a scopo cautelativo in attesa di ulteriori indagini”, ha aggiunto la Federfarma Bergamo per fare chiarezza.