Due colossi farmaceutici sono finiti alle corde nelle stesse ore, entrambi condannati a mettere mano alle proprie casse per risolvere pesanti questioni finite nei tribunali che si trascinano da anni.
La prima, la “Bayer AG”, multinazionale tedesca che ha inventato l’Aspirina, ha deciso di mettere la parola fine alla vicenda che ha come imputato il diserbante “Roundup”, punta di diamante della “Monsanto”, azienda rilevata dalla Bayern nel 2018. Il diserbante, assai popolare negli Stati Uniti, è finito sotto accusa per la presenza di glifosfato, una sostanza considerata cancerogena, dando il via ad una vera valanga fatta da circa 100mila azioni giudiziarie.
La Bayern ha dichiarato di essere pronta a mettere sul piatto 11 miliardi di dollari, cifra con cui spera di raggiungere un accordo per chiudere il 95% delle cause in corso, lasciando la porta aperta a chi invece si è già dichiarato contrario a qualsiasi tipo di accordo extragiudiziario. Secondo i piani dell’azienda, circa la metà della cifra – pari a cinque miliardi – sarà pagata entro la fine di quest’anno, altri cinque entro il prossimo anno e la cifra restante nel 2022. Alle vittime andranno rimborsi variabili, da 5mila a 250mila dollari, in base alle trattative. L’intesa dovrà comunque essere ratificata in sede giudiziaria.
E non se la passa molto meglio un altro colosso farmaceutico, la “Johnson & Johnson”, appena condannata da un tribunale del Missouri al pagamento di 2,1 miliardi di dollari di risarcimento per la presenza di amianto nel talco, uno dei prodotti di punta dell’azienda. Secondo i risultati dell’inchiesta, la presenza accertata di amianto avrebbe causato cancro alle ovaie a 22 donne abituali consumatrici. Nella sentenza, l’azienda avrebbe “immesso sul mercato consapevolmente prodotti pericolosi”.
Anche nel caso della J&J, si tratta di una delle migliaia di cause presentate in diversi stati americani, che hanno costretto l’azienda a eliminare il suo talco dal mercato americano e canadese.