Il coronavirus continuerà ad uccidere anche quando sarà stato vinto e debellato. Il prossimo anno, secondo le previsione dell’NHS, il servizio sanitario nazionale inglese, circa 18mila persone in più della media potrebbero morire di cancro, mentre i medici tenteranno l’impossibile per recuperare il tempo in cui tutte le loro energie si sono concentrate sulla lotta al Covid-19.
Gli esperti hanno avvertito che i decessi indiretti della pandemia - dovuti a cancro, infarto, salute mentale e altro ancora - supereranno quelli del virus stesso, che finora ha ucciso 21.000 persone nel solo Regno Unito. A questi andranno aggiunti almeno 6.270 morti in più, che insieme alle persone che attualmente convivono con la malattia conclamata, la cifra sale a 17.915.
Il Royal College of Surgeons ha lanciato l’allarme: il NHS dovrà affrontare un arretrato di 2 milioni di operazioni non correlate al coronavirus, una mole di lavoro che richiederà “molti anni” per essere smaltito. Il dottor Derek Alderson ne è convinto: “Penso che servirà molto tempo per rimetterci in pari. Abbiamo bisogno di più sale operatorie e più posti letto, dobbiamo mantenere il settore indipendente”. Il segretario alla Sanità Matt Hancock ha assicurato che i cicli di cure riprenderanno a brevissimo, poiché i ricoveri da Covid-19 hanno raggiunto il picco ed è iniziata la discesa.
Lo studio dell’University College di Londra è uno dei primi a indagare sulla minaccia di morte indiretta causata dalla pandemia, e anche se il governo aggiorna di continuo quante persone sono morte a causa del virus, non è chiaro quanti muoiano indirettamente.
La maggior parte dei pazienti affetti da cancro al momento non ha accesso ai servizi sanitari, il che ritarda le cure: i trattamenti di chemioterapia sono diminuiti del 60% e le visite sono calate del 76%.
I dati sono stati presi da otto ospedali in Inghilterra gestiti da tre trust – “Leeds Teaching Hospitals NHS Trust”, il “Royal Free” di Londra e la “University College London Hospitals” - più i cinque trust sanitari dell’Irlanda del Nord.
Prima della pandemia, ogni anno in Inghilterra si assisteva a circa 89.576 decessi per cancro su oltre 3,5 milioni di pazienti. Dei decessi, 31.354 erano in pazienti affetti da tumori fulminanti, di recente diagnosi.
Secondo il parere del professor Harry Hemingway, direttore dell’UCL Institute of Health Informatics: “L’impatto complessivo dell’emergenza Covid-19 sui decessi dei pazienti affetti da cancro potrebbe essere sostanziale. Ci sono molti fattori che operano in questo campo, tra cui i rapidi cambiamenti nei protocolli di diagnosi e trattamento, le misure di allontanamento sociale, i cambiamenti nel comportamento delle persone nella ricerca di cure mediche e l’impatto economico indotto dalla pandemia”.
I ricercatori hanno anche fornito cifre scioccanti per gli Stati Uniti, con una stima per il prossimo anno di 33.890 decessi in più di pazienti con cancro diagnosticato di recente. “Siamo convinti che i paesi debbano capire rapidamente come l’emergenza stia influenzando gli esiti della ricerca e le cure sul cancro, altrimenti rischiamo di dover aggiornare in modo allarmante le statistiche dei morti”.
La ricerca ha anche svelato che quasi otto decessi extra virus su dieci che si sono verificati tra i pazienti affetti da cancro erano persone che soffrivano di malattie cardiache, pressione alta, obesità e diabete. “Nei prossimi anni, il numero di decessi dovuti all’interruzione di cure per il cancro sarà probabilmente superiore al numero di morti per coronavirus - ha commentato Richard Sullivan, professore al King’s College di Londra – l’interruzione e il ritardo delle cure saranno causa di notevoli sofferenze: i servizi di screening tumorale si sono fermati, il che significa che perderemo l’occasione di prendere per tempo molti tumori curabili. E quando riavvieremo la normale erogazione dei servizi dopo la revoca del blocco, l’arretrato di casi sarà una sfida enorme per i sistemi sanitari di tutto il mondo”.