Di Marco Belletti
Un team di ricerca della scuola di medicina dell’università di Keio ha condotto l’anno scorso il primo studio negli ultimi vent’anni sull’andamento della miopia dei giovani giapponesi. A guidarlo il professor Kazuo Tsubota, responsabile del dipartimento di Oftalmologia, un oculista che studia in particolare la parte anteriore dell’occhio e il cristallino. Tra i suoi campi d’interesse il trapianto di cornea, la sindrome dell’occhio secco, la chirurgia laser per correggere miopia, ipermetropia e astigmatismo e la chirurgia della cataratta. Recentemente, Tsubota ha ottenuto un ottimo risultato nel trattamento dell’astigmatismo, migliorando sensibilmente la vista e lo stile di vita dei suoi pazienti.Lo studio ha esaminato circa 1.400 studenti delle scuole elementari e medie dell’area di Tokyo, individuando una possibile correlazione tra la miopia e l’occhio secco. Oltre che da Tsubota, il team era composto dal professore associato Toshihide Kurihara, dal docente Hidemasa Torii e dalla dottoranda Erisa Yotsukura.
Nonostante risalga al 2005 una nota del ministero della salute giapponese che segnalava come la miopia fosse la quarta causa più comune di cecità nella nazione, mettendo in evidenza la necessità di intervenire, è datata ai primi anni Novanta un’analisi su questi aspetti.
La miopia è la condizione dell’occhio in cui la luce si concentra davanti alla retina, e non sulla stessa, facendo apparire sfuocati gli oggetti lontani. Viene diagnosticata con una valutazione refrattiva ed è attribuita a un eccessivo allungamento assiale, che provoca cambiamenti nella forma dell’occhio e aumenta la distanza dalla cornea alla retina. La lunghezza assiale cresce a partire dall’infanzia ed è risaputo che più è lunga maggiore sarà la miopia: pertanto, una precisa misurazione della lunghezza assiale è molto importante nella valutazione della miopia. Al crescere di entrambe aumenta il rischio di complicazioni, come la degenerazione maculare e i danni al nervo ottico.
Il gruppo di ricerca ha misurato sia l’indice di rifrazione sia la lunghezza assiale di tutto il campione e con un questionario ha provato a scoprire correlazioni tra miopia e stile di vita. I risultati hanno messo in evidenza che la prevalenza della miopia in 689 studenti delle scuole elementari era del 76,5% - nel 4% dei casi si trattava di miopia grave – con una lunghezza assiale media era di 23,41 millimetri. Invece in 727 studenti delle scuole medie inferiori la prevalenza della miopia è risultata pari al 94,9%, superiore a tutti i report analoghi a livello mondiale. I casi di miopia elevata erano l’11,3% e la lunghezza assiale media era di 24,73 millimetri.
I risultati della ricerca sono abbastanza allarmanti (compresi i valori della lunghezza assiale) e, pur essendo quasi sicuramente non esaustivi per il ridotto campione, forniscono tuttavia una base da cui partire per futuri studi a livello internazionale, sollevando il giusto allarme sulla crescita della miopia tra i giovani e giovanissimi, contribuendo ad aumentare la consapevolezza necessaria nel mondo medico e politico per fermare quella che potrebbe diventare una malattia che potrebbe pesare pesantemente sia sulla socialità che sul sistema sanitario.